Il film di maggiore successo di Fassbinder, resta forse la sua opera più famosa ed importante, ed è sicuramente tra i capolavori del nuovo cinema tedesco. Il movimento che riportò alla ribalta internazionale la cinematografia germanica grazie a grandissimi (e diversissimi tra loro) autori, nati a cavallo tra gli ultimi anni di guerra e la fine catastrofica del conflitto, come Herzog, Wenders, Reitz e, ovviamente, lo stesso Fassbinder.

In origine doveva essere un grande progetto corale, realizzato da più registi, infine Fassbinder ne fece un film solo suo ed estremamente personale. La figura della protagonista, difatti, è ispirata a quella della madre dello stesso regista (che appare anche nel film in un piccolo ruolo), ed al suo percorso nella Germania del dopoguerra.

Fassbinder, è giusto ricordarlo, nacque il 31 maggio del '45, solo otto giorni prima della resa definitiva e della fine dell'epoca più tragica del Novecento.

Il matrimonio di Maria Braun, primo film di una trilogia (la cosiddetta BRD Trilogie, trilogia della Bundesrepublik Deutschland), comprendente anche i successivi Veronika Voss e Lola, è, prima di ogni altra cosa, un saggio sulla Germania in ripresa e in ricostruzione. L'epoca che, nel giro di soli pochissimi anni, portò una nazione incenerita, sconfitta e mortificata alla rinascita del miracolo economico. Miracolo che, di fatto, non si è mai interrotto.

È un film sull'anima tedesca e sul capitalismo, nella Germania dove "non è un buon momento per i sentimenti" (semmai lo è stato), ed è un'opera incentrata su una figura femminile ritratta e caratterizzata in modo eccezionale, grazie anche al talento ed alla bellezza che buca lo schermo di Hanna Schygulla, attrice feticcio di Fassbinder. Anche se il ruolo, originariamente, sarebbe dovuto essere di Romy Schneider.

L'inizio del film è già un capolavoro di regia ed una dichiarazione d'intenti, nel mostrare il matrimonio civile dei due sposi nel mezzo di un bombardamento (chissà se Zemeckis pensò anche a questo incipit per la memorabile scena del parto in Allied), e la firma del contratto tra le macerie. Inizio e finale si ricollegano idealmente, in momenti di cinema incendiario e di incredibile potenza. Nel mezzo, il percorso personale e collettivo di ascesa sociale e rimozione dalla coscienza degli orrori perpetrati da un popolo. Orrori che, non a caso, nel film nessuna figura cita mai. Il cadavere era ancora troppo caldo, e c'erano una nazione da ricostruire ed obiettivi personali da conseguire.

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