Torino e la sua scena musicale ci stanno abituando bene da anni. Sarà l'aria che si respira o le vibrazioni di una città che non vuole smettere di morire nonostante le catene imposte dalle giunte comunali di turno, fatto sta che ha sempre il suo perché. Ennesima prova di quanto appena detto "Ocean" dei Raintown, un debutto che non sa assolutamente di debutto, anzi. E' veramente un gran disco sotto ogni punto di vista. A iniziare dalla proposta, un alternative rock moderno, trascinante e che regala in ogni brano emozioni a ripetizione. Musicalmente i nostri credo possano tranquillamente dire la loro, avendo quel grande pregio del saper scrivere senza troppi sforzi potenziali singoli, poco importa se essi siano ballatone o ricchi di adrenalina, in ogni caso fanno centro. A questo poi dobbiamo aggiungere un cantante - Angelo Bordonaro - capace di focalizzare l'attenzione dell'ascoltatore su di sé, con una timbrica calda e limpida al tempo stesso e capace di destreggiarsi senza troppi problemi in ogni situazione. Ma citare un singolo musicista in occasioni simili penso sia assai errato, meglio quindi omaggiare tutto il progetto, fatto di ore spese in sala prove, una cura maniacale dei particolari e un gusto in fatto di musica comune a non molti. Poche nuove band underground sono riuscite nell'impresa di colpirmi durante questo 2015, ma sicuramente i Raintown sono tra queste, attraverso brani come "August 25", Something For Me" e "My Freedom", esempi semplici ed efficaci di rock moderno con gli attributi sulla falsa riga di Alter Bridge, Black Stone Cherry e Sevendust. Segnatevi il loro nome.

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