Ralph Ellison (1914–1994) è uno scrittore americano noto soprattutto per Invisible Man (1952), vincitore del National Book Award nel 1953. La sua opera fonde elementi modernisti, simbolici e temi della condizione afroamericana.

Invisible Man pubblicato nel 1952; National Book Award per Fiction 1953; Juneteenth pubblicato postumo nel 1999.

Le recensioni elogiano la prosa di Ralph Ellison, capace di passare dal classico allo sperimentale. Invisible Man (Uomo Invisibile, 1952) è letto come romanzo di formazione con un forte sfondo razziale. I recensori sottolineano immagini potenti, toni psichedelici e una narrazione senza retorica. Opera considerata ancora attuale per il dramma irrisolto degli afroamericani.

Per: lettori di letteratura americana, studenti di letteratura, chi si interessa di razza e identità

 “Sono un uomo invisibile. Non sono uno spettro, no, uno di quelli di Edgar Allan Poe; e nemmeno un ectoplasma da film di Hollywood. Sono un uomo di sostanza, di carne e ossa, di fibre e umore. [...] Quando la gente mi incontra vede solo tutto intorno, e vede se stessa e vede i frutti della sua immaginazione: insomma proprio tutto all’infuori di me. [...] C’è il fatto di avere spesso il dubbio di non esistere. Ti chiedi se non sei solo un fantasma nella mente degli altri. È quando ti senti così che per risentimento cominci anche tu a sbattergli addosso. Ti preme di convincerti che esisti nel mondo reale, che sei parte del clamore e dell’angoscia e attacchi con i pugni, li maledici, bestemmi, per farti riconoscere. E purtroppo non funziona quasi mai”.

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 Ralph Ellison supera i confini della letteratura afroamericana: il realismo è obsoleto, non è sufficiente a rappresentare una situazione particolare e complicata come quella dei neri d'America.

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