I Rammstein sono sempre stati uno di quei gruppi che da giovane adolescente non apprezzavo oppure peggio, odiavo. Quando un giorno mi capita di vedere un video che magari riesce ad incuriosirmi e a voler approfondire di più il gruppo. Ironia della sorte, coi Rammstein accadde quando iniziai a studiare tedesco, intorno alla terza superiore. All'epoca era il 2005, da poco era uscito "Rosenrot" che per molti aveva deluso le aspettative. Mentre io in poco tempo mi consumai tutta la loro discografia ed iniziai a bramare un nuovo loro cd, senza sapere che avrei dovuto aspettare altri 4 anni...

Dopo i primi cd che sono usciti nel 2009 il mio primo pensiero fu: "Questa sarà una grande annata" beh, avevo ragione. Il disco si era preannunciato con il singolo "Pussy" che già secondo molti aveva fatto calare le aspettative del disco... Ma nella mia opinione dopo l'esperienza di singoli come "Amerika", "Benzin" e soprattutto conoscendo bene la band, è ben risaputo che con loro non bisogna mai giudicare un album dal singolo.

"Liebe ist alle für" da si scosta molto dai lavori precedenti come "Rosenrot", "Reise Reise" e "Mutter" conservandone però alcuni caratteri. È un disco che riserva senz'altro varie sorprese, oltre ad essere per alcuni versi più un ritorno allo stile di "Herzeleid" e "Sehnsucht" caratterizzato dai tipici riff di quei tempi che forse avevano fatto sentire la loro mancanza negli ultimi due dischi, ma che erano stati compensati da una maggiore epicità. Anche se la presenza del caro Doctor Flake è abbastanza velata, ricoprendo un ruolo abbastanza secondario, che spicca in alcune canzoni, a differenza dei dischi passati. Ma è comunque un buon disco degno di un ascolto.

La prima fase di questo disco è caratterizzata da canzoni violente ed industriali, come possiamo constatarlo appena ci parte il disco con la lenta e martellante "Rammlied" (Ramm-canzone) canzone vagamente auto celebrativa come era l'omonima "Rammstein". Un ottimo inizio con un toccò di epicità per quello che sembra essere un ottimo disco della band Berlinese. Così per le prossime 4 canzoni possiamo lascarci all'ascolto da queste canzoni, a partire da "Ich tu dir Weh" (Ti faccio male) canzone che si presenta con un continuo crescente che riparte in ogni verso e che ha il suo culmine col ritornello, tra l'altro alquanto orecchiabile. In seguito possiamo lasciarci al pogo scatenante di "Waidmanns Heil" canzone che può sorprendere per un ottima performance di Christoph Schenider alla batteria, in particolare alla doppia cassa, cosa che raramente utilizzava. Un tocco di epicità la possiamo ritrovare in "Heifisch" (Squalo). Canzone lenta, caratterizzata da varie melodie, ma nel contempo caratterizzata da un riff penetrante. Per terminare la prima fase dell'ascolto abbiamo "B********". Già il titolo enigmatico c'incuriosisce facendoci chiedere quale possa essere il titolo vero, beh la risposta è Bückstabü. Parola da loro inventata, come dice Richard Kruspe in un intervista, per dire "Fai quello che vuoi". Qui invece possiamo trovare una performance quasi in growl da parte del frontman Till Lindemann.

Dopo questa prima fase da due quintali, possiamo fare un momento di pausa ascoltando la ballad "Frühling in Paris" (Primavera a Parigi). Pausa che sembra continuare anche con l'inizio di "Wiener Blut" (Sangue Viennese) ma ben presto ci renderemo conto che ci sbagliamo.

Bene ora giungiamo al fulcro del disco contenente il singolo e la traccia omonima.

Il singolo "Pussy", che dire, è il tipico singolo alla Rammstein dal ritornello orecchiabile che può o non può piacere, ma almeno spero che questo non pregiudichi l'ascolto del disco come detto in precedenza. Nota particolare, è l'unica canzone del disco dove il ruolo principale è affidato alle tastiere, mentre in tutte le altre agiscono solo da contorno.

La traccia omonima del disco deve sempre essere, almeno secondo me, un qualcosa di clamoroso, o che almeno attiri l'attenzione. Ed i Rammstein usano un metodo abbastanza rude e grezzo per comunicarci che l'amore è per tutti.

Giungiamo alla conclusione del disco, che inizia ad assumere toni un po' più delicati, ma la band non ancora stanca ci urla di volerne "Ancora". Infine, come nella miglior tradizione Rammstein, il disco si chiude con una piacevole ballad "Roter Sand" ovvero Sabbia Rossa. Canzone che può essere un raggio di sole che esce alla fine di una tempesta furiosa e oscura che è stata questo disco.

Elenco tracce e video

01   Rammlied (05:15)

02   Ich tu dir weh (05:03)

03   Waidmanns Heil (03:36)

04   Haifisch (03:42)

05   B******** (04:13)

06   Frühling in Paris (04:47)

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Altre recensioni

Di  Machine

 L'ultimo lavoro dei teutonici Rammstein è senza dubbio il loro miglior lavoro.

 'B********' è forse la canzone più pesante dell'intero album, molto cattiva.