Ci sono storie che andrebbero raccontate nelle scuole, se queste fossero veramente luoghi dove il fine unico ed ultimo fosse la crescita spirituale e culturale delle persone... ma tant'é...

Randy Craig Wolfe nasce e cresce in California in una famiglia che lo immerge da subito nell'humus musicale dell'Ash Grove, famoso locale folk di Los Angeles, fondato e gestito dallo zio, ma durante la sua adolescenza la famiglia si trasferisce a New York e lì Randy a quindici anni entra in contatto con Jimi Hendrix che lo vuole come chitarrista per i suoi Jimmy James & the Blue Flames. Hendrix lo ribattezza Randy California (vista la sua provenienza) per distinguerlo dall'altro Randy che suonava con lui (ribattezzato anch'egli, per le sue origini, Randy Texas). Il giovane è un prodigio, tanto che Jimi lo vorrebbe con lui quando Chas Chandler lo chiama in Inghilterra per formare l'Experience, ma i genitori di Randy (sedicenne) non gli concedono il permesso, avallando (forse involontariamente) Chandler che voleva Hendrix come unica chitarra per la nuova band. Ma l'aver perso questa (a posteriori) incredibile possibilità non lo fa perdere d'animo, anzi torna a Los Angeles ed insieme al patrigno-batterista Ed Cassidy forma la sua band... Spirit, con la quale licenzia fra il 1967 ed il 1971 quattro magnifici album, che mettono in luce le strabilianti doti del giovanissimo chitarrista e queste non sono assolutamente passate inosservate, ed è materia controversa ancora oggi il plagio che Jimmy Page avrebbe operato al giro di chitarra di "Taurus" degli Spirit per creare l'introduzione di "Starway To Heaven" degli Zeppelin, pur avendo Page sempre negato.

Nel 71 Randy è esausto ed una caduta a cavallo con conseguente ricovero in ospedale gli danno il tempo di meditare ed il prodotto è la decisione di abbandonare gli Spirit. "Kapt. Kopter and the (Fabulous) Twirly Birds" vede la luce sul finire del 1972 ed è il punto di svolta della carriera del giovane chitarrista, appena divenuto ventunenne.

La recente scomparsa dell'amico e mentore Jimi Hendrix deve averlo scosso profondamente, tanto che l'intero album vive di quella presenza e Randy ne sembra conscio, anzi sembra addirittura voler sublimare il suo suono come un omaggio postumo, rendendo ogni struttura, ogni ponte, nota, riff... maniaco depressivo. Noel Redding (accreditato nel disco come Clit McTorius) ed il batterista della sua band Road, Leslie Sampson (accreditato come Henry Manchovitz) gli vengono certamente utili in questo, per cui l'opener "Downer" è un angosciante viaggio al centro della propria anima sporca e stanca, una catarsi che lo porta ad incontrare il proprio demonio ed a stabilire con lui una sorta di tregua nella successiva "Devil", dove tutto è più morbido e rarefatto. Le cover presenti ci insegnano come sia possibile rivisitare canzoni di altri in maniera talmente personale da farle diventare proprie e nuove, come per "I Don't Want Nobody" di James Brown, del quale mantiene la sessuale lascivia, pur costruendole intorno un angosciante turbine hard-blues impazzito o per "Mother And Child Reunion" di Paul Simon che trattata da Randy diventa una splendida ballata sudista, carica di rabbia e malinconia che introduce al funky malato della sua "Things Yet To Come" dove è la chitarra volutamente sghemba ed inquieta a farla da padrone e la voce che esce quasi sommessa direttamente dalle sue budella martoriate e rivoltate. Memore di quello che Hendrix fece con "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", Randy prende "Day Tripper" e soprattutto "Rain" e le tritura sotto uno schiacciasassi, in una sottile polverina acida impastata con una malsana poltiglia bluesy, diventando realmente altro e diverso dalle originali pur rimanendo fedele e devoto all'umore che le ha generate, creando a mio avviso il miglior tributo mai offerto a Lennon e McCartney. La conclusione è il più diretto e sentito omaggio all'amico che non c'è più, per cui "Rainbow" vive per tre minuti e quaranta secondi di puro blues Hendrixiano, direttamente ispirato dalle torbide sessions di "Electric Ladyland".

Randy California tornerà a guidare saldamente gli Spirit e negli anni pubblicherà altri lavori solisti (senza purtroppo mai raggiungere la magia di "Kapt. Kopter and the (Fabulous) Twirly Birds") fino al maledetto gennaio del 1997, quando il mare agitato dell'isola hawaiiana di Molokai se lo porterà via, dopo essersi lanciato al salvataggio del figlio Quinn.

Queste storie, sfortunatamente, non si insegnano a scuola, e quindi rimarranno sempre e solo a disposizione di chi avrà la voglia ed il coraggio (uniti a fortuna e sensibilità) di andare a cercarsele.

Rest In Peace Randy (California) Craig Wolfe.

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