Il misconosciuto artista americano Randy Greif è attivo fin dalla metà degli anni '70 e ha indubbiamente sfornato opere di qualità che si collocano nell'area della musica elettronica di matrice dark-ambient, talvolta con punte di sperimentalismo notevole.

La sua musica, spesso etichettata come "tribal electronic", in realtà è un miscuglio di tendenze che hanno caratterizzato gli ultimi trent'anni del genere industrial, evolvendosi in modo personale con un occhio agli aspetti più inquetanti e ansiogeni della Natura. Non a caso Greif ha utilizzato spesso suoni ambientali registrati nei posti più selvaggi del pianeta.

L'opera di cui voglio parlare oggi in Italia è stata pubblicata dalla mitica Old Europa Cafè su uno split-album nel 1995, dove Greif ha condiviso lo spazio con gli Illusion of Safety. Il cd, tirato in 1000 copie, risulta così essere una delle cose più interessanti e intriganti della mia collezione di dischi. Ovviamente dove la presenza di Greif la fa da padrone, con una serie di nove tracce una più bizzarra dell'altra.

Sorretta da una presentazione grafica che sembra la versione fotografica di un quadro di Max Ernst o di Shuterland (con ventagli di uccelli mummificati e altre amenità ornitologico-paludose) questa "Mindless" dell'artista americano è un inno agli aspetti più nascosti e subconsci del regno animale, con evidenti parallelismi tra la specie umana ed altre specie in cui sembrano sovrapporsi dimensioni di schizofrenia - o reincarnazione temporanea - che si traducono in esperienze sonore oniriche.
A cominciare dal brano di apertura "The Conversation" si afferra subito il senso della creatività di Randy Greif, che ha una grande padronanza della materia sonora aldilà di ogni convenzione strumentale e opera senza condizionamenti su un terreno che a molti apparirà familiare, benchè inconsueto nel mondo discografico.

Eccezionali echi di un jazz ultra-avanguardistico nella bellissima "I'm a bat", con vaghe reminiscenze dei gloriosi This Heat, per poi passare alle frenetiche e tarantolate scale atoniche di "Prague Overture" e alle pulsazioni molecolari di "Beaten To Sleep", in un tripudio di atmosfere che sembrano avvolgere e trascinare l'ascoltatore in un dipinto surrealista.
Peccato soltanto che, come solito, questo genere di dischi resti confinato ad una elite di  appassionati, abbia scarsa distribuzione e resti quindi avvolto nel mistero anche per chi vorrebbe arricchire le sue conoscenze musicali.

Io lo consiglio a tutti coloro che hanno amato i Faust, i Current 93 prima maniera, ma anche l'ambient rassicurante alla Eno e i Pink Floyd più sperimentali. Chiedete alla Old Europa Cafè, che magari qualche copia è ancora disponibile. Il cd si intitola "In our little bodies"… e ricordate che sopra vi compaiono Randy Greif e Illusion of Safety.

Grandissimo album, per me. Questa è la musica che dà ancora il senso dell'Arte vera.

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