Dopo la prova di maturità del loro terzo album, "All For One" e l'apostrofo Rock del live "Live at the Inferno", l'Atlantic mette sotto contratto i Raven.

Siamo nel 1985 e questi 3 ragazzi di Newcastle hanno tutte le carte in regola per "spakkare". Peccato che mettere firma sui contratti delle Major, impone regole ferree. Cambio di rotta, dall'HM più British in circolazione, alla direzione apertamente commerciale.
La produzione del disco è in mano a Michael Wagener già presente nel precedente album in studio della Band.
Grande mixerista se si pensa a Master of Puppets o a No More Tear di Ozzy, ma come produttore non ha lasciato grandi tracce nel campo Metal ad esclusione di "Breaker" e "Restless and Wide" degli Accept.
I Gallagher, Mark (guitar) e John Gallagher (bass/vocals), si sono lasciati influenzare dai nuovi suoni proposti e hanno dato alla luce questo Stay Hard che ha deluso le attese dei loro fans. Una sola hit, "On And On" e poco altro da segnalare.

I Raven erano certi della riuscita del disco, per il grande budget messo a disposizione e soprattutto per il "groove" che credevano di aver creato.
Ci sono alcune songs che sono inascoltabili, per la fragilità creativa e soprattutto per i giri melodici scontati.

Segnalo il pezzo di chiusura che ho sempre disprezzato per l'uso dei fiati (forse anche violini..?). Riascoltandolo adesso, forse è l'unica vera innovazione della Band. The Bottom Line è uno strumentale di botta e risposta tra chitarra e sezione fiati. Molto particolare.

Tutti per uno, uno per tutti....!!!!

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