E' la mia cinquantesima recensione.

Ha pensato a lungo di cosa occuparmi: un live dei Soundgarden; un tributo a Steve Wynn; l'unico disco dei Mummydogs di Guy Kyser ex leader dei Thin White Rope; il ritorno discografico del 2014 di Morrissey.

Nada, niente di tutto questo; tutti album formidabili che ho deciso di posticipare.

Poi ieri ho avuto la classica "folgorazione sulla strada di Damasco", come un novello San Paolo. Non mi trovavo sulla via per la Siria, ma ero impegnato in uno degli abituali pellegrinaggi meditativi sulle mie montagne. Davanti alla Chiesa di San Luca, costruita nei secoli scorsi a quasi 1200 metri di altezza, mi sono arrestato ed è stata una fiammata improvvisa: Raw Power.

La sacralità di questo amena Chiesa, costruita su un terrazzo che domina tutta la Val d'Ossola, mi ha fatto venire in mente una band violenta oltre ogni immaginazione. Sacro e profano; Paradiso ed Inferno, bianco e nero.

Ma c'è un problema, un evidente bastone tra le ruote visto che volevo occuparmi del primo album dei ragazzi reggiani: quello zozzone di Margahead mi ha anticipato di qualche giorno. Qui mi fermo con le brutte parole, ma ho pensato a commenti ben peggiori sull'entità a due teste.

Poi loro sono in due, mentre io sono da solo; ma per una volta lavorerò in coppia, perchè ho riesumato dal suo sepolcrale ed eterno sonno l'altra mia metà. Quel GenitalGrinder che ha rappresentato per mesi una valvola di sfogo alla mia voglia di estremismo.

Sono pronto, siamo pronti.

Andiamo ancora più indietro nel tempo e negli anni perche nel 1982 i Raw Power pubblicarono su musicassetta il loro primissimo parto musicale. Grazie all'etichetta discografica torinese "F.O.A.D. Records" questo immondo prodotto ultrahardcore viene ristampato in cd nel 2013.

Ma nonostante le buone intenzioni i risultati sono scadenti; nel senso che non si capisce in pratica nulla dal marasma sonoro generato da questi pochi intransigenti minuti.

Sono solo in quattro i ragazzi di Poviglio; Mauro è ancora latitante ed allora ad urlare i vari epiteti vocali ci pensano il "catarroso" chitarrista Giuseppe ed il "laido" bassista Silvio.

Un sound tanto elementare nel suo incedere, quanto marcio e strangolante nel suo percorso che non ha un solo attimo di tregua; un depravato e barbaro incrocio tra la schizzoide velocità dei Minor Threat e la bestialità espressiva dei primi Discharge. Venti minuti di totale efferatezza; a confronto l'esordio dell'anno dopo sulla lunga distanza "You Are The Victim" sembra quasi un disco di hardcore melodico!!!

"I Hate The System", "No Future", "Fuck Authority", "Bastard", "Destroy Of Society": ben immaginabile il contenuto verbale delle liriche visto i titoli dei brani.

Un brano si intitola "Fabbrica" ed è la penultima tappa dell'ecatombe generata dai Raw Power; ma non sono ancora riuscito a capire, non trovando nemmeno notizie in internet, se cantano in italiano. Questo per far capire la scarsissima qualità delle registrazioni; ma non serve qualità quando ci si trova davanti a tali colossali muraglie sonore. Una goduria per chi apprezza il genere.

La leggenda, che continua a tutt'oggi, ha così avuto inizio.

A RIBALDO, assurdino e SandroGiacobbe; che dovranno per forza di cose gradire. Altrimenti vengo a prendervi sotto casa, uno alla volta. E saranno dolori...!! DESTROY-OH-BOY !!...

Ad Maiora.

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