Per scrivere una recensione sui My Dying Bride sicuramente ispira di più una giornata autunnale uggiosa, mentre un giorno nel quale ci sentiamo in forma e sprizziamo gioia è l'ideale per recensire un disco dei Ramones. Stanotte io vi parlo del primo album degli Alkbottle e, devo ammetterlo, sono abbastanza ‘imbriago'. Per dovere di De-Recensore, ovviamente.

Il quintetto proveniente da Vienna non è che sia molto conosciuto fuori dai confini austriaci, e forse neanche interessa loro più di tanto, visto l'approccio a dir poco sempliciotto alla costruzione dei pezzi, che risultano forse per questo ancor più belli e immediati.

Ah una cosa: mi scuso per eventuali errorri di ortgrafya, ma non so come mai il word mi rimpicciolisce i caratteri man mano che proseguo nalla scrittura, boh...

Il cd, raccattato ad un mercatino dell'usato a Klagenfurt, ha un artwork che per me è qualcosa di abominevole e mitico, con una copertina dove una bottiglia che imbraccia una chitarra si erge sullo sfondo di una foto fatta di casse di alcolici scattata all'interno dell'immaginaria "Trattoria da Markus"; sul retro una "quintalesca" ostessa con tanto di bottiglione di vino da 2 litri: immagine capolavoro del trash in bianco e nero, ripetuta all'interno sul retro della copertina per ribadire il fondamentale concetto. Fra l'altro una cosa che non mi spiego è tutto sto interesse per il vino in una nazione dove mi sembra che ci sia un'altra bevanda a farla da padrona, bionda e spumeggiante e della quale ora mi sfugge il nome... no, non è la cedrata.

I testi (dei quali vi lascio immaginare le intricate tematiche trattate) sono in lingua madre e riportati nel booklet incastrati in mezzo a vari scatti dei nostri 5 ebeti di fronte ad un bar chiuso o ad un vecchio che dorme in bilico appoggiato ad un carretto sullo sfondo della cartina stradale della città. Quando l'arte dell'immagine prende il sopravvento...

Il disco... mentre mi sembra di avere un allevamento di anguille nello stomaco, sarà sicuramente il tramezzino che ho mangiato l'altro ieri, oppure... avrò preso freddo. Andrei anche in bagno, ma devo essere ingrassato ieri sera ed è un casino ora schivare gli stipiti delle porte... il disco dicevo, è gradevolissimo: puro rock, banale se volete, poco impegnato, ma divertente e suonato bene.

La prima "Gschichtldrucker" (o qualcosa del genere, dubito che andrete a controllare) è solo un'introduzione parlata che ci porta alla grandiosa title-track, dove il cantato in austro-tedesco marcato non passa sicuramente inosservato soprattutto nei molti passaggi solo di batteria e voce. Rock più canonico quello di "J Find Ka Oide" e della veloce "Motorradlfohrn", secondo me il pezzo più bello del disco. Si prosegue senza pretese ma anche senza riempitivi, vista anche le poche (8) tracce dell'album, con "Niemehrwieder Fohr J Furt" molto più soft e con la successiva e dal sapore più metal "Der Musikantenstadl Brehnt" (tutti titoli molto semplici per noi italiani, in particolare per me che stasera ho gli occhiali che continuano inspiegabilmente ad appannarsi). Infine "Alkbottle (Jo Des San Mir)" simpatico R'n'R fatto di cori ed effetti di chitarra, canzone che qualche genio ha preso in prestito per dare il nome nel '95 ad una birra!

Conclude il disco la "Bonus Dreck", improbabile filastrocca da intonare dopo varie bottiglie, paragonabile probabilmente alla veneta "Osteria numero sette / i ghe tira e bale al prete", consistente più in urla strazianti che in un cantato umanamente accettabile. Stupenda. Soprattutto se il vostro tasso alcolemico è da ritiro di patente, carta d'identità e tessera del videobank.

Ora vi saluto, anche perché quando mi alzo in piedi il tetto mi sembra inizi a traballare (non so cosa diano da mangiare ai passeri per farli diventare così pesanti) consigliandovi l'ascolto di questo "No Sleep Till Meidling" uscito nel 1993, dove il titolo sembra più una raccomandazione del genitore consapevole di come la percentuale di liquidi del corpo del figlio aumenti al di fuori delle leggi della natura quando esce di casa.

Sicuramente un disco non indicato per chi cerca un prog tecnico, sicuramente un album da sconsigliare agli amanti dei testi profondi o impegnati, ancor più sicuramente un cd da non far capeggiare sul cruscotto dell'auto mentre ci ferma la stradale per la prova del palloncino e noi prendiamo tempo balbettando scuse tipo "Etilome cosa? No, signor agente, mai sentito nominare perché sa, sì, sono bianco ma vengo dal Burkina Faso".

E adesso per concludere in bellezza la serata, "finisco" pure sta bottiglia di Refosco... aspetta che trovo il cavatappi...

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