Iniziando questo discorso, voglio anzitutto anticipare che mi sento di parlare di questo album perché, nonostante sia già stato recensito, nella suddetta recensione mi sembra sia stato dato troppo peso al significato politico di questo album piuttosto che alle canzoni vere e proprie (lo stesso discorso può essere fatto con "Houses Of The Molé"). Mi trovo parzialmente in disaccordo con questo fatto: è innegabile che "Rio Grande Blood" sia l'ennesimo attacco all'intera stirpe dei Bush, ma credo che ascoltando canzone per canzone e "dimenticandosi" per un attimo della carriera dei Ministry in ambito Industrial si può apprezzare questo album, in parte.

Mi spiego. Questo disco, come del resto il precedente, è caratterizzato da una sterzata decisa verso un sound più heavy da parte di Al e soci, e questo si sente nell'esplosiva title-track che apre l'album. Essa inizia con un discorso del presidente modificato fino alle fatidiche frasi del tipo "I'm a dangerous, dangerous man with dangerous, dangerous weapons" ma che poi esprime tutto il suo potenziale distruttivo, ripreso dalla successiva "Señor Peligro", con evidenti influenze thrash. Altre tracce rilevanti sono "Fear (Is Big Business)", che dopo un minuto e mezzo di niente accelera in modo pauroso, e "Lieslieslies". "Khyber Pass" è un po' pesantuccia (7 minuti e mezzo) ma comunque buona.

In sintesi, in questa recensione ho cercato di spiegarvi che un album può essere bello anche se, in confronto agli altri lavori della band, presenta molte, troppe differenze. Ma perché condannare a priori un album dei Ministry solo perché ha uno stile diverso dal solito? D'altronde Al ama sperimentare sempre nuove influenze per i suoi album, e a mio parere stavolta è venuto fuori un disco tutt'altro che disprezzabile, anche se, d'accordo, non ai livelli di "Psalm 69" o "The Mind Is A Terrible Thing To Taste", tanto per fare due nomi. O perlomeno questo è il mio punto di vista, e so già che molti non saranno d'accordo: quindi non vi resta che venirmi a cercare per farmi cambiare idea.

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