Recensione veloce veloce sull'album che ha aperto l'importante carriera dei Biohazard, non essendo ancora stato recensito.
La storia inizia a Brooklyn nel 1990, quando il quartetto Seinfeld-Graziadei-Hambel-Schuler pubblica un disco autointitolato contenente 13 tracce. Il ritmo è subito riconoscibile, sull'onda dell'hardcore dei Cro-Mags e degli altri gruppi che hanno tracciato il solco di questo nuovo genere, fuso con evidenti influenze metal. Già qui si affaccia il dualismo tra le due voci, quella ruvida di Seinfeld e quella potente di Graziadei, che hanno reso celebre la band. Tuttavia, se comparato ai successivi due dischi (che di fatto hanno completato la loro maturazione), presenta molti pezzi rap e un sound più leggero, accompagnato dagli assoli di Bobby Hambel, chitarrista ultra-sottovalutato.
Partiamo con "Retribution", "Victory" e "Blue Blood" (veramente splendida, sotto tutti i punti di vista), tre celebri pezzi dell'old school, passando poi per una versione primitiva della spintissima "Wrong Side Of The Tracks", ripresa anche in "Urban Discipline" (così come "Hold My Own"), altri pezzi niente male come "Justified Violence" e "Survival Of The Fittest", fino alla conclusiva "Scarred For Life", dall'insolito intro di piano.
Sound acerbo, a volte è ancora troppo perso nel rap, ma di fatto ha spianato la strada a quello che sarebbero diventati, e ogni tanto lo si può riascoltare a mente libera, se si è fan come me. Ad altri potrebbe non piacere.
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