Dato che qualche giorno fa ho festeggiato il mio primo DeCompleanno, ho pensato di ri-dedicarmi a scrivere qualcosina, vincendo l'assoluta mancanza di voglia che mi prende circa 12 mesi all'anno, ma ancora di più in estate. Questa recensione fresca fresca parla di "Best Wishes", dei Cro-Mags, un album degno di una recensione. Davvero. I critici (ma anche qualche fan) si sono divisi dopo questo album dei newyorkesi, precursori dell'hardcore punk, che segue lo storico "Age Of Quarrel", ma solo cronologicamente. Infatti "Best Wishes" rappresenta una sorta di esperimento di miscelare il loro hardcore/punk/hip-hop con evidenti influenze metal e thrash. E questo è stato molto discusso, forse più per il parziale abbandono delle proprie radici, che per il lavoro in sé, che è risultato un disco veramente buono secondo me. Otto tracce rapide e potenti come un doppio colpo di doppietta, ritmi coinvolgenti, le sonorità a tratti ricordano quasi (passatemi il paragone) i primi Metallica, quelli di "Kill 'Em All", tanto per intenderci, grazie anche alla voce del bassista matto Harley Flanagan, reinventato cantante per l'occasione. Matto perché ho appena saputo che un anno fa è stato arrestato per aver accoltellato due attuali membri della band, senza riuscire ad ucciderli, prima di un concerto al celebre CBGB. Ma i veri Cro-Mags non hanno nulla a che fare con gli ultimi 10 e passa anni di "quarrel" tra i membri della band.

Ma ritorniamo alla recensione. Il disco si apre con "Death Camps", che mette subito le cose in chiaro riguardo le scelte del gruppo: l'intro è di sola batteria, a cui poi si aggiungono basso e chitarra, prima di far esplodere il ritmo vero. I più attenti avranno notato che questa introduzione è stata molto probabilmente ripresa dai Biohazard nella celeberrima "Urban Discipline" nell'album omonimo del '92, sei anni dopo questo. "Death Camps" è però più spinta ed c'è più spazio per la parte strumentale: gli ultimi due minuti e rotti sono quasi interamente veloci e fenomenali assoli di chitarra. Mentre "Days Of Confusion" scivola via come un nulla di fatto, quasi imcompleta, "The Only One" è quasi malinconica all'inizio, ma ha uno splendido testo. Quando il ritmo si accende l'ascoltatore avrà già cambiato canzone, trovando "Down, But Not Out": è un gran pezzo sparato al massimo che fa da preludio al pezzo forte dell'album, "Crush The Demoniac", coinvolgente e condito da un assolo fantastico non solo per tecnica, ma per le emozioni che ti fa provare (lo trovate come sample). Dopodiché troviamo "Fugitive" (caruccia), "Then And Now" sulla scia di "Days Of Confusion" e, a concludere questo mini-album, "Age Of Quarrel", evidente richiamo all'album che li ha portati al successo, canzone molto carica con altro intro di batteria, stavolta più lento.

In sintesi: un bell'album, anche possibile da ascoltare tutto d'un fiato per cogliere appieno le (non troppe) differenze tra i diversi brani, che durano tutti intorno ai 4-5 minuti e anche meno. Chissà, forse i Cro-Mags non pensavano che un Dimitri Molotov qualunque potesse riapprezzare il loro lavoro, a 27 anni dalla sua pubblicazione.

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