CD3- Freiheit fuer die sklaven (1987)

CD2- Gisela (1989)

CD5- Single (69sixtynine69/warm leatherette/i'm lost, little girl/the bonus track) (1990)

CD4- Omne animal triste post coitum (1990)

CD1- Treue hunde (1992)

Maravìglia!

Pankow, non solo uno degli storici quartieri Berlinesi, bensì la musical-entità maggiormente lucida, anarchicamente corrosiva, energicamente sperimentale (etc. etc. che fò, proseguo ?) mai miracolatoriamente espressa dal tetro quanto torbido et intricato sottobosco elettro-industriale (Contempo)Europeo.

La novella (ri)strutturata “Arte della Gentile Rivoluzione” (ri)assembla, grazie alla meritoria opera di Mr. Favati, in un unicum e membruto, spettacoloso et scatoloso multi/c-di (comprensivo di pamphlet/libello narrante vicissitudini e/o amenità assortite del “ miracolo” Pankow), parte della imprescindibile opera omnia emanata negli anni dall’ ex transfuga Messere Alex Spalck et compagnia electro-recalcitrante.

Trattasi, nello specifico, della re-immissione della prima (travolgente, pressoché irripetibile) et quinquennale parte di carriera Pankowiana: godibile occasione per (ri)assaporare le ustionanti, non allineate composizioni contenute nello spericolato et propulsivo “schiavizzante” debutto [CD 3]; a solo titolo di example si origli con dovizia in quale modus “suonino” ancora spaventosamente attuali e mordaci le stupefacenti “Sickness Takin Over”, “Nice Bottom” o la stessa iper-roto/martellante title-track: smaglianti et affilatissime schegg(i)e sonore, di una eterogenea dub/digital-frontalità (non monoliticità) “semplicemente” impressionante: segnatamente uno dei dischi più visionari (e riusciti, naturrellement) mai apprezzati in questo ambito.

Nel caustico lotto si ha modo di (ri)percorrere le algide et (solo sporadicamente) meno incompromissorie spigolose devianze e traiettorie acustiche (en passant: spettacolare “Warm Leatherette”), del cronologicamente successivo [CD 2], lavoro che di fatto ha rappresentato il momento di massima visibilità (pubblicato in tutta Europa e Stati Uniti) per Favati & C. : girovagando, indi incendiando (metaforicamente, s’ intende) platee e clubs di mezzo globo terracqueo nel successivo anno e mezzo. Testimonianza della stage/istica attivitade è l’ assemblato - ivi incluso - “vivo” lavoro [CD 4]: una carnale frontalità, variegatezza ed immutato se non a tratti ispessito doloroso impatto, pressochè inarrivabile in questa tipologia sonora e dimensione esecutiva.

Oltre alle tracc(i)e muy difficoltosamente now rintracciabili contenute nel [CD 5] (gli inediti della versione marmorea oltrechè lussuosa di “Gisela”), troviamo a cronologico suggello/chiosa il controverso [CD 1], epitaffio di prima (convulsa) parte di carriera: sicuramente (e per stessa ammissione del gruppo) il lavoro meno riuscito; opera assai tecnicamente pretenziosa: stanti le immutate radici, la ricerca di una improbabile più cospicua fruibilità di fondo, intrigante auricolarmente solo in via really episodica e foriero della prima Pankow-separazione, avvenuta giusto qualche mese successivo alla sua pubblicazione.

Ripercorrendo le tracc(i)e contenute nel mastodontico digital-work sovviene una miserrima quanto banale considerazione marginea: risulta incomprensibilmente paradossale que nonostante un certo “sdoganamento” a livello planetario del genere in quaestionem, accompagnato peraltro da una certa banalizzazione e sterilizzazione di concetti sonori similari (dalla quali i “nostri”, per fortuna, si sono tenuti ben alla larga) e stante il livello stellare raggiunto già a partire dal primo EBM-monumento, a tutt’oggi, per quanto ancora in sporadica ma più che solida attività (e qualche meno raffinata più recente prova) Pankow today risultino pressoché un manipolo di semi-sconosciuti (soprattutto e significativamente nei patrii confini) or pressoché obnubilati al di fuori della ristretta cerchia di electro (vetero)aficionados.

Indi/perciò ottima quanto cospicua occasione per conferire Loro la finora immotivata scarsa attenzione concessa und riflettere (nella eventualitàde) e compiutamente apprezzare questo piccolo (mica tanto) lungimirante e possente brandello di historia musical-tricolorica.

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