Sono cazzi, amari. Ora come facciamo a parlare di Isis, Neurosis, Cult Of Luna, Mare (da cui francamente mi aspetto il colpo di grazia), Breach, Pelican e compagnia bella dopo questo At the Soundless Dawn? Francamente, non fraintendetemi, questo è il classico album dell' "ehi che diavolo ci fate ancora qua? lo spettacolo è finito ed è ora di tornare a casa, ormai restiamo solo noi".
È l'album perfetto, il primo della classe. Certamente prevedibile, visto il livello che aveva raggiunto il perfezionamento delle correnti post-rock e post-core, quest'ultima soprattutto, dato che non esce un disco brutto neanche a pagarlo oro, e di fatto, i Red Sparowes, che altro non sono se non l'unione delle due, non avrebbero potuto fare altro che creare un piccolo grande capolavoro. Detto fatto. Si potrebbe stare a puntualizzare sul fatto che non sono arrivati per primi, e in fondo si sono limitati a mescolare sulla tavolozza i colori già preparati da altri, ma un disco con delle chitarre così tanto GYBE, delle melodie che i Giardini di Mirò stanno ancora davanti alla vetrina col naso moccoloso a guardare estasiati, una velocità generale più propria al post-core, per cui cancellate i pericolosi abbioccamenti in stile Cult Of Luna, beh a un disco così non si può non volergli un mare di bene.
Eliminate in toto le fastidiose (per alcuni) strutture circolari più proprie a una jam session tra amici ubriachi di certi gruppi post-rock e presa piena coscienza del mirabolante segreto della struttura canzone più tradizionale che certi "fenomeni" guardano con ribrezzo in quanto così poco arty, i Red Sparowes traggono il meglio un po' qua e un po' là, "e allora dov'è il merito?" direte voi. Beh il merito sta nel creare un disco che fila come un teorema matematico, un disco in cui non c'è un solo elemento fuori posto (nemmeno il solitario drone che spunta come un fungo alla fine dell'album), in cui tutto è già stato così ben collaudato da altri "beta tester" se così si possono definire da lasciare il vostro implacabile sopracciglio immobile senza affaticarlo in espressioni di diniego, decisamente fuori luogo. Curioso poi che all'interno del progetto Red Sparowes, siano presenti diciamo le seconde fila di Neurosis e Isis, dimostrazione di come, sopratutto per quanto riguarda i due Isis coinvolti, si riescano a produrre piccoli capolavori anche senza paparino Turner.
Questo forse non farà piacere a qualcuno, dacchè alla creazione del perfetto connubio tra post.-rock e post-core qualche alchimista, magari molto più rinomato, stava pensando da tempo immemorabile, i Red Sparowes, vengono fuori dalla siepe dietro la quale hanno scrutato la scena per anni prendendo meticolosamente appunti e fregano tutti nello sprint finale.
A che serve un seguito di Panopticon ora?
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