Premessa fondamentale: i Rein Sanction, nonostante siano stati attivi nei primi anni novanta, nonostante portassero i capelli lunghi e le camice di flanella, nonostante incidessero per la Sub Pop, col "Grunge", ammesso esista, non c'entrano una mazza.
Punto primo: vengono da Jacksonville. Tolte le Hawaii e l'Alaska non c'è stato più distante da Seattle della Florida. Punto Secondo: ve le ricordate le distorsioni scrause da "Periodo Grunge"? Bene, dimenticatele. Qui si parla di chitarre ciccione sature al massimo che sbordano sulle basse da tutti i lati, che a momenti strappano i Jeans. Valvole che bruciano con un innaffiata di wah wah che ti prende e porta via.
Piuttosto che un guazzabuglio di robe prese in prestito dagli anni ottanta, questo "Mariposa", prodotto da Jack Endino nel '92, è un fritto misto cotto non con l'olio, ma con l'acido prodotto a fine sessanta. Facile sarebbe immaginare i Rain Sanction che preso il loro furgone da boscaioli della Florida si recano fuori casa di Jimi Hendrix aspettando il momento giusto per rapirlo (come testimonia la cover di "Ain't No Telling"); ancora più facile è immaginarli sottrarre Neil Young e tutti i Crazy Horse all'affetto dei loro cari. E poi che ci fanno? Niente, li chiudo in un sacco di liuta e gli danno tante bastonate finché non diventano una sola entità. Un'entità che per la cronaca satura tutto in un tripudio di wah wah che va e viene.
Screditati fin' dal principio furono considerati solo come gli ultimi epigoni del Dinosauro Minore (sicuramente influente nella creazione della loro musica), non riscossero alcuna fortuna commerciale e se ne andarono così come erano venuti... oh, mai una volta che capitasse a un "fenomeno da baraccone" (sostituire l'espressione "fenomeno da baraccone" con un nome a caso di gruppo ultra-commerciale che nell'inizio degli anni novanta si fece i soldi sulle spalle di gruppi "minori").
Alla memoria degli Hippie con la uallera bella abbronzata.
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