Verso la fine del 2004, mi giunse alle orecchie una notizia che mi fece venire la pelle d'oca!

I R.E.M., uno dei miei complessi preferiti, dopo l'uscita di "Around The Sun", avrebbero tenuto un concerto a Milano, la mia città. Reduce dall'avventura di Padova 2003, ero davvero entusiasta all'idea di potervi partecipare. La data era fissata per gennaio, e nel procurarci il biglietto ci furono dei momenti di grande tensione. Fummo infatti costretti a girare con ritmo da centometristi olimpionici ben quattro rivendite prima di trovarli! Non ci volevamo rassegnare, e alla fine li reperimmo nei pressi della metropolitana di Piazza Duomo. Ricordo ancora il grande sospiro di sollievo che tirai! Da notare che questo aneddoto risale a tre mesi prima della data dell'evento, in ottobre (!).

Dopo una lunga e trepidante attesa, giunse finalmente il fatidico giorno. Dovetti fare dei notevoli sforzi per convincere il mio socio a recarci sul luogo del concerto, il Forum di Assago (che purtroppo non ha un'acustica impeccabile), ben tre ore prima dell'orario d'inizio, fissato per le ore 21, in quanto lui pur apprezzando la band di Athens, non è certo un fanatico come il sottoscritto. Ci tenevo troppo ad accaparrarmi un posto nelle prime file! Come già era successo a Padova, i cancelli vennero aperti con un notevole ritardo. L'unica non del tutto trascurabile differenza era la temperatura. Due anni prima in luglio vi era una canicola sahariana, qui invece i gradi erano prossimi allo zero! Si poteva notare una lunga fila di gente piuttosto trasversale in quanto ad età rabbrividire tra le nebbie milanesi. Ma noi eravamo piuttosto stoici, e non sarebbe stato certo un po' di freddo ad intimidirci!

Quando finalmente fu possibile accedere all'interno del palazzetto, ci sistemammo nel parterre, discutendo e scherzando tra un boccone ed un sorso d'acqua. Il mio obiettivo di ottenere un posto dignitoso era stato raggiunto! Finimmo infatti in ottava o nona fila. Direi un buon risultato!

Verso le ore 20, tra il grande boato della folla sul palco appare Michael Stipe! Non ci sembrava possibile con cosi largo anticipo! In realtà era li solo per presentare il musicista di supporto, Joseph Arthur. Un artista bravino, ma nulla di eccezionale. Finita la sua esibizione, i tecnici cominciano ad allestire il palco per i R.E.M. Col passare dei minuti, l'attesa cresce in maniera esponenziale! Non stavamo più nella pelle! Le ore 21 previste sono già passate da un pezzo, anche se è molto difficile vedere un concerto che inizia all'ora stampata sul biglietto. Finalmente, alle ore 21:45 si spengono le luci, ed accompagnati dal delirio del pubblico, i nostri fanno il loro ingresso! La scenografia è piuttosto essenziale, ma svolge egregiamente il suo compito. L'avvio del concerto è sostenuto, con i due classici di apertura "Finest Worksong" e "Begin The Begin" seguiti dal punk-rock di "Departure", sorpresa molto gradita, e dalla grintosa "Animal". L'atmosfera si rende poi più tranquilla e dolce con "Boy In The Well", una delle migliori dell'ultimo disco, la rarissima "Seven Chinese Brothers", tratta dal lontano "Reckoning", e "High Speed Train", della quale avrei fatto a meno. La scaletta ci riserva quindi il grande classico "Everybody Hurts", molto prolungata dal vivo, i due primi singoli tratti da "Around The Sun", "Aftermath" e la bella "Leaving New York", e la malinconica "Daysleeper". I toni vengono poi rialzati con "Imitation Of Life", che Michael presenta dicendo che è stato il loro primo singolo più venduto in Giappone. Dopo di essa, ci viene proposto un terzetto semi-acustico, dapprima "I Wanted To Be Wrong" e "Final Straw", dappoi la superba "Drive", una delle mie preferite!

Due colpi di batteria ci conducono poi al cavallo di battaglia "The One I Love", degnamente seguito da "Walk Unafraid", la cui versine live è molto più bella e tosta rispetto all'originale. Ora arriva un momento topico. Michael ci dice che la prossima canzone è nostra, Peter imbraccia il mandolino, ed ecco partire "Losing My Religion". Qui c'è l'esplosione totale! Anche i fan più tiepidi si mettono a cantare a squarciagola! Al termine è giunto il momento del falso finale. Uno schermo visualizza la località (Milan) e si scatena una simpatica disputa tra milanisti e juventini, nell'attesa del bis che inizia pochi minuti dopo. L'inizio è adrenalico, con l'epica "What's The Frequency, Kenneth?", "Bad Day", nella quale è davvero uno spasso vedere Michael esibirsi all'armonica, ed una versione molto pompata di "The Great Beyond". Arriva poi uno dei migliori momenti della serata. Una magica versione di "Country Feedback", con un eccellente e malinconico assolo finale di chitarra. Le nostre mani accusano screpolature a forza di applausi! Il concerto purtroppo è ormai agli sgoccioli. C'è ancora il tempo per due sorprese: la più vecchia e la più nuova canzone dei R.E.M. La prima è il trascinante punk di "Permanent Vacation", risalente al 1979, che mi chiedo come mai non è mai stata inclusa in un disco, la seconda è "I'm Gonna DJ", che verrà poi inclusa in "Accelerate". La conclusione della serata è affidata degnamente a "Man On The Moon", anche se è molto pesante l'eredità della vecchia "It's The End...".

Questa volta è davvero finita! Direi che è stato un concerto intenso e generoso, durato oltre due ore. Inutile dire che se avessero deciso di suonare un'altra oretta, non avremmo certo pianto! Peccato che siano mancate dalla scaletta alcune grandi hits, "So Fast, So Numb" su tutte, (che però ho avuto occasione di ascoltare in altri concerti) che avrebbero fatto molto piacere a tutti, a favore di brani più scialbi, pescati dall'ultimo album, ma penso che sia la sensazione che si avverte al termine di ogni concerto. La band è apparsa in forma strepitosa. Stipe si dimostra un artista che da davvero tutto per il suo pubblico. La sua voce è calda, pulita e dosata a regola d'arte. Anche i suoi compagni reggono benissimo la parte.

Un'esperienza memorabile, che avrei ripetuto il giugno successivo a Imola, e che non vedo l'ora di ripetere la prossima estate, in occasione dell' "Accelerate Tour"!

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