"Nei giardini che nessuno sa/si respira l'inutilità/c'è rispetto grande pulizia/è quasi follia".

Il 1994 è l'anno più importante nella carriera di Renato Zero. Nel giro di due mesi pubblica due dischi a loro modo fondamentali. A novembre viene esce infatti la colonna sonora italiana di 'Nightmare Before Christmas' su musiche di Danny Elfman, un'interpretazione talmente bella da entusiasmare Tim Burton, che la preferisce alla versione originale.

Due mesi prima, però, era uscito un altro album (il primo per la Sony): 'L'imperfetto', grande successo di pubblico come tutti i dischi di Renato (a parte la crisi di metà anni '80) che raggiunge la vetta della hit parade. Dopo l'enfasi sanremese di Ave Maria, qui Renato torna un pochino alle origini (è stato o non è stato uno dei pochi alfieri del glam rock in Italia negli anni '60 e '70?) e vira verso sonorità più dure ed essenziali, complice anche la produzione del chitarrista Phil Palmer. L'album si apre con Amando amando, una melodia abbastanza classica con un testo che, nonostante il titolo, è tutt'altro che scontato "Amando amando che non sia un dovere, una catena a questa fantasia, gioco sottile, oblio dei sensi, voglia di potere, ingenuità, amando il male che si fa" e prosegue con un attacco alla classe politica italiana (in fondo è stato forse l'unico dei grandi cantautori a non mescolarsi con i partiti, e forse questo gli ha nuociuto nella considerazione dei giornalisti che giudicano non in base all'arte ma all'appartenenza). L'invito ai nostri politici (la canzone si chiama "Aria di pentimenti") è racchiuso nella frase finale: "Speriamo si alzi un generoso vento, e che vi spazzi tutti via": da condividere in pieno.

Dal momento che non posso fare un'analisi per singola canzone, sennò sai che due palle, arrivo al punto: in questo disco è contenuta quella che secondo me è la più bella canzone della musica italiana, o quantomeno la più bella degli ultimi vent'anni. Il brano è "Nei giardini che nessuno sa", dedicato ai diversi, gli inabili, gli anziani, gli emrginati, i dimenticati in case di cura o cliniche che trascinano la propria vita anziché viverla. È un testo di rara bellezza che vi posto integralmente, sperando che qualche anima sensibile sappia apprezzarlo.

Senti quella pelle ruvida, un gran freddo dentro l'anima, fa fatica anche una lacrima a scendere giù. Troppe attese dietro l'angolo, gioie che non ti appartengono. Questo tempo inconciliabile, gioca contro di te. Ecco come si finisce poi, inchiodati a una finestra noi, spettatori malinconici, di felicità impossibili. . . Tanti viaggi rimandati e già, valigie vuote da un'eternità...

Quel dolore che non sai cos'è, solo lui non ti abbandonerà, mai! È un rifugio quel malessere, troppa fretta in quel tuo crescere. Non si fanno più miracoli, adesso non più. Non dar retta a quelle bambole. Non toccare quelle pillole. Quella suora ha un bel carattere, ci sa fare con le anime. Ti darei gli occhi miei. per vedere ciò che non vedi. L'energia, l'allegria, per strapparti ancora sorrisi.

Dirti sì, sempre sì, e riuscire a farti volare, dove vuoi, dove sai, senza più quel peso sul cuore. Nasconderti le nuvolequell'inverno che ti fa male. Curarti le ferite e poi, qualche dente in più per mangiare. E poi vederti ridere, e poi vederti correre ancora. Dimentica, c'è chi dimenticadistrattamente un fiore una domenicae poi. . . silenzi. E poi... silenzi. Silenzi.

Nei giardini che nessuno sasi respira l'inutilità, c'è rispetto e grande pulizia, è quasi follia. Non sai come è bello stringerti, ritrovarsi qui a difenderti, e vestirti e pettinarti sì, e sussurrarti non arrenderti. Nei giardini che nessuno sa, quanta vita si trascina qua, solo acciacchi, piccole anemie. Siamo niente senza fantasie. Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere. Esili, fragili, non negargli un po' del tuo amore. Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso a quel cielo.

Gli uomini non brillano, se non sono stelle anche loro. Mani che ora tremano, perché il vento soffia più forte. . . non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte. Siamo noi gli inabili, che pur avendo a volte non diamo. Dimentica, c'è chi dimentica, distrattamente un fiore una domenica e poi... silenzi. E poi... silenzi. Silenzi...

Tracklist

01. Amando amando

02. Aria di pentimenti

03. Facce

04. Roma malata

05. Felici e perdenti

06. Bella gioventù

07. Digli no

08. Nei giardini che nessuno sa

09. L'ultimo guerriero

10. Vento di ricordi

11. Dubito

12. Chi

Testi di Renatozero, musiche di Gianluca Podio, Danilo Riccardi, Renatozero. Prodotto da Renatozero e Phil Palmer.

Elenco tracce testi e video

01   Amando amando (06:37)

Amando amando mi domando dove andr�
amando amando mi difendo per�
troppe rinunce amando certezze quasi mai.
E son cresciuto amando amando a modo mio
anch'io decisamente pi� prudente molto meno incosciente
questo amare che non ha alternative
piu' lo scacci dai pensieri piu' vive.
Si nasce gia' con questa vocazione amando fino a non poterne piu'
tu cambi letto ma che sei salvo certo non e' detto
amando poi tranquilli non si vive mai.

Amando amando ti si spacca il cuore
s'e' per vendetta o per vigliaccheria
sentirsi in trappola senza parole
finisci per non appartenerti piu' quel naufrago sei tu.

Amando amando sto imparando la lealta'
e gia' non oso piu' prevaricare sconfinare io no
lusinghe e tradimenti rischiare perche' no.

Amando amando c'� piu' mondo intorno a te dentro te
� un' abitudine che in fondo si va perdendo nei commerci
e nella fragilit� nell'ambiguita' di un losco disegno.

Amando amando che non sia un dovere una catena a questa fantasia
gioco sottile oblio dei sensi voglia di potere ingenuit�
amando il male che si f�.
Eppure amando ci si puo' salvare riabilitare quella dignit�
� terra persa da riconquistare senti piu' forza nelle braccia
tu quel naufrago non sei piu'
Amando amando amando amando amando amando.

02   Aria di pentimenti (05:06)

03   Facce (04:15)

04   Roma malata (05:13)

05   Felici e perdenti (04:46)

Un grande applauso ai perdenti
perchè non bluffano mai
perchè non hanno mai parenti
e non li adottano
sempre disposti e accomodanti
figli dell'altra metà
dalle carezze distanti
ricchi di realtà
che bella razza accidenti
sono un esercito lo sai
marciano uniti e compatti
per affrontare i guai
miseria e nobiltà
convivono così
tra borgo e galateo ricco plebeo
quali sono i perdenti non distinguerai
ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi ahi

girano senza contanti
e non possiedono un carnet
non son soggetti ai rapimenti
sono perdenti ahimè
In bocca centoventi denti
cosa se ne faranno mai
se non si contano i passanti
della cintura ormai
beato chi non sa
la fame dove sta
quante rinuncie lo sa Dio
non puoi capire i perdenti col tuo culo amico mio
felici e perdenti
non li vedi e non li senti
sempre inseguiti dai tormenti
fagli gli auguri se l'incontri
oho oho oho oho oho oho
felici e perdenti
oho oho oho oho oho oho
felici e perdenti
perdenti
eppure tirano avanti
avanti

06   Bella gioventù (06:26)

07   Digli no (04:44)

08   Nei giardini che nessuno sa (05:54)

Senti quella pelle ruvida
Un gran freddo dentro l'anima
Fa fatica anche una lascima a scendere gi�
Troppe attese dietro l'angolo
Gioie che non ti appartengono
Questo tempo inconciliabile gioca contro di te

Ecco come si finisce poi
Inchiodati a una finestra noi
Spettatori malinconici di felicit� impossibili
Tanti viaggi rimandati e gi�
Valigie vuote da un'eternit�
Quel dolore che non sai cos'�
Solo lui non ti abbandoner�... mai, oh mai

� un rifugio quel malessere
Troppa fretta in quel tuo crescere
Non si fanno pi� miracoli
Adesso non pi�

Non dar retta a quelle bambole
Non toccare quelle pillole
Quella suora ha un bel carattere
Ci sa fare con le anime

Ti darei gli occhi miei per vedere ci� che non vedi
L'energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi
Dirti s�, sempre s� e riuscire a farti volare
Dove vuoi, dove sai senza pi� quel peso sul cuore
Nasconderti le nuove, quell'inverno che ti fa male
Curarti le ferite e poi qualche dente in pi� per mangiare
E poi vederti ridere e poi vederti correre ancora
Dimentica, c'� chi dimentica distrattamente un fiore una domanica
E poi silenzi
E poi silenzi
Silenzi

Nei giardini che nessuno sa si respira l'inutilit�
C'� rispetto grande pulizia, � quasi follia
Non sai com'� bello stringerti
Ritrovarsi qui a difenderti
E vestirti e pettinarti s� e sussurrarti non arrenderti
Nei giardini che nessuno sa quanta vita si trascina qua
Solo acciacchi piccole anemie, siamo niente senza fantasie

Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere
Esili, fragili non negargli un po' del tuo amore
Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso al quel cielo
Gli uomini non brillano se non sono stelle anche loro

Mani che ora tremano perch� il vento soffia pi� forte
Non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte
Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo
Dimentica, c'� chi dimentica distrattamente un fiore una domanica
E poi silenzi
E poi silenzi
Silenzi

09   L'ultimo guerriero (05:58)

10   Vento di ricordi (05:03)

11   Dubito (06:32)

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