Renato Zero (Roma, 1950) è tra i più popolari e controversi cantautori italiani: icona di trasgressione e teatralità, ha segnato la storia della musica d’autore tra travestitismi, pop colto e inni alla diversità.

Voce potente e personalità camaleontica, protagonista della scena musicale italiana da oltre mezzo secolo, capace di attraversare generi e generazioni mantenendo un rapporto diretto e viscerale col pubblico, soprannominato 'Re dei Sorcini'.

Renato Zero viene analizzato al microscopio tra una carrellata di dischi epocali, pacchianate, svolte melodiche e inni alla diversità. Le recensioni oscillano dall'idolatria lucida alle pernacchie feroci, tra rimpianti per i tempi glam, musicalità eccessive, autocelebrazioni e una voce (sempre) notevole.

Per: Appassionati di canzone italiana, dei fanatici del trash colto, nostalgici degli anni 70-80, anti-sorcini, chi cerca un viaggio ironico (e feroce) nella discografia di Renato Zero.

 Renato Zero ha un repertorio di merda, ma ha una bella voce; Vasco Rossi ha un repertorio di merda e una voce di merda.

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 Le canzoni come il personaggio sono oneste e vere coraggiosamente anticonformiste, rivendicazioni ad un diritto alla "diversità" che nell’Italia di allora è tutt’altro che scontata.

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 Attenzione, avvertiamo i passeggeri di avere una sgualdrina a bordo, siete pregati di allacciare le cinture di castità e di non fumare, grazie

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 Renato Zero. Ovvero: grandissima e instancabile voce, proprietà di linguaggio tra le più imponenti del panorama della musica leggera italiana...

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 Zero è un personaggio per molti versi senza tempo (la maschera la si può indossare a 20 anni come a 80), per altri aspetti è anacronistico: basa il suo consenso sul passaparola più che su campagne mediatiche invasive...

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 «Nei giardini che nessuno sa/si respira l'inutilità/c'è rispetto grande pulizia/è quasi follia»

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 Ho sempre adorato il ritornello di questa canzone, quel “Ed io ti seguirò nuotando nel tuo mare” che sembra come buttarsi in volo dalla cima di una montagna dopo averne raggiunto la vetta innevata.

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