"Attenzione, avvertiamo i passeggeri di avere una sgualdrina a bordo, siete pregati di allacciare le cinture di castità e di non fumare, grazie".

Dopo una gavetta lunghissima (l'esordio in concerto c'era stato nel 1964, le prime incisioni nel 1965, poi il teatro, il cinema, il musical, fino a tre album di scarso o medio successo), nel 1977 Renato Zero incassa i frutti di tanta attesa.

'Zerofobia' arriva come un fulmine a ciel sereno nel panorama del cantautorato mainstream, che a quel tempo era o d'amore o di protesta. La genialità di Renato Zero sta nell'aver sovrapposto i due generi, unendone un terzo, quella della trasgressione e dell'ambiguità sessuale, che all'epoca rappresentava indubbiamente una novità. A rendere ancor più esplosiva la miscela, c'era il fatto che Zero, truccato pesantemente e ancheggiante più che mai, coloriva alcuni suoi brani di una forte valenza tradizionalista e ultracattolica. Insomma, tutto e il contrario di tutto. Ecco perché questo 'Zerofobia', che personalmente ritengo uno degli album più riusciti e godibili nell'ambito della musica italiana (lo spettacolo dal vivo, comunque, è cento volte meglio) rappresenta la summa artistica del cantautore della Montagnola.

L'album si apre con "Mi vendo", (va bene, la conosciamo tutti… ), che su un arrangiamento disco (in definitiva siamo nel 1977) racconta una storia che sembra scritta per il 2006: un imbonitore che vende grinta e felicità a chi ne è sprovvisto. Segue l'intensa "Vivo" e poi si passa a "Sgualdrina", una bizzarra cover di "Dreamer" dei Supertramp (il titolo parla da sé). Da qui in avanti gran parte del disco ruota intorno alla figura di questa donna con la quale, evidentemente Renato doveva avere un conto aperto. E' sempre lei la protagonista di "Tragico samba", che si trascina tra psicofarmaci, violenze sessuali e aborti a raffica. La cavalcata misogina prosegue con "L'ambulanza" e con la strepitosa "Morire qui", impietosa cronaca rock di un amore allo stadio terminale ("Che strano esisto anch'io sotto il tuo stesso tetto/Quello che siamo noi è un letto ormai disfatto/Senza più un avvenire, senza più dignità/Con il veleno nel cuore, nella meschinità").

"La trappola" è un altro rock di immediato impatto (dal successivo Zerolandia si passerà a un pop molto più melodico e edulcorato), mentre "Regina" conferma che questo è un concept album dedicato a una donna di dubbia virtù ("Sporca, ladra, rubi e te ne vai/Quando un uomo non conosce i vizi tuoi/Quando un uomo accanto a te non è un uomo mai/Mai"). La chiusura è affidata a due capolavori (opinione personale): "Manichini", ovvero gli esseri umani come fantocci, ma inconsapevoli di esserlo ("Chi ti muove i fili è Dio o Satana/Chi ti muove i fili è maschio o femmina/Chi ti prega, chi ti odia, chi ti aspetterà/Qualcuno, o qualche cosa, i fili certo muoverà"); e "Il cielo", clamoroso affondo antiabortista che da quel momento diventa la canzone simbolo di Zero. Il testo lo metto tutto perché merita davvero. E chiudo in gloria.

"Quante volte ho guardato al cielo/Ma il mio destino è cieco e non lo sa/E non c'è pietà per chi non prega e si convincerà/Che non è solo una macchia scura il cielo.

Quante volte avrei preso il volo/ma le ali le ha bruciate già/La mia vanità e la presenza di chi è andato già/Rubandomi la libertà,il cielo.

Quanti amori conquistano il cielo/Perle d'oro nell'immensità/Qualcuna cadrà, qualcuna invece il tempo vincerà/Finché avrà abbastanza stelle il cielo.

Quanta violenza sotto questo cielo/Un altro figlio nasce e non lo vuoi/Gli spermatozoi l'unica forza tutto ciò che hai/Ma che uomo sei, se non hai il cielo."

Elenco tracce testi samples e video

01   Vivo (03:57)

Vivo!
Il mio alibi è che…
Vivo!
Tentazioni e mai la volontà…
Di finirla, qua!
Vivo!
Da un bicchiere vuoto… Bevo!
Ho venduto al mondo, i sogni miei,
La mia pelle, mai!
E… Nonostante tutto…
Resto, io!
Io… Che ancora credo,
E ancora spero, io!
Io, mendicante, disteso al sole,
Sacco di stracci, senza più parole…
Non chiedo a Dio, se c'è…
Se c'è, la pietà di me!
Vivrò!
Cent'anni e una vita, in più!
E che il conto, torni o no…
Io, me ne fregherò!
Vivrò!
Nel ghetto, dei miei perché…
Finché avrò un respiro, per me!
Vivo!
Sul mio viso, il tempo ambiguo…
Lascia i segni, di chi è nato già!
Da un'eternità!
E tutto il bene!
L'ho buttato, via…
Per qualche donna!
E un po’… Di compagnia…
La vita… Questa gran signora…
Si paga a ore! come una puttana…
È così cara! Che è un lusso, averla… Tu!
Vivrò!
Morendo, ogni giorno, un po’!
Finché avrò un respiro…
Vivrò!!

02   Mi vendo (04:17)

Faccio in fretta un altro inventario…
Smonto la baracca e via!
Cambio zona, itinerario,
Il mio indirizzo è la follia!
C’è un infelice, ovunque vai…
Voglio allargare il giro dei clienti miei…
Io vendo desideri e speranze,
In confezione spray.
Seguimi io sono la notte,
Il mistero, l'ambiguità…
Io creo gli incontri… Io sono la sorte!
Quell’attimo di vanità…
Incredibile, se vuoi…
Seguimi e non ti pentirai!
Sono io la chiave dei tuoi problemi,
Guarisco i tuoi mali, vedrai!!!
Mi vendo,
La grinta che non hai!
In cambio del tuo inferno,
Ti do due ali, sai!
Mi vendo,
Un’altra identità!
Ti do quello che il mondo…
Distratto non ti da!
Io mi vendo, e già !
A buon prezzo, si sa!
Ho smarrito, un giorno, il mio circo,
Ma il circo vive senza di me!
Non è l’anima tua che io cerco,
Io sono solo più di te!
Nell’arco di una luna io,
Farò di te un baro oppure un re…
Sono io la chiave dei tuoi problemi,
Guarisco i tuoi mali, vedrai!!!
Mi vendo, la grinta che non hai!
In cambio del tuo inferno,
Ti do due ali, sai!
Si…
Ti vendo,
Un’altra identità!
Ti do quello che il mondo,
Distratto non ti da…
Io mi vendo, e già!
A buon prezzo, si sa!
Seguimi!

03   Sgualdrina (03:17)

04   Tragico samba (04:16)

05   L'ambulanza (03:54)

06   Morire qui (03:38)

Che strano esisto anch'io sotto il tuo stesso tetto...
Quello che siamo noi è un letto ormai disfatto...
Senza più un avvenire, senza più dignità...
Con il veleno nel cuore,nella meschinità...
Se è vero che ero un ribelle,
se ci credevo un po'
a questo sporco tuo ricatto io...
Io non mi piegherò!Non mi piegherò!

Morire qui, io non vorrei...
Sarei qualcosa dovunque andrei...
Morire qui, sotto gli occhi tuoi
e dimostrarti che hai vinto ormai!
No! Morire qui, non è da me...
Morire va bene, ma non per te...
Ti lascerò alla tua follia
di crederti bella di crederti mia!
Non è finita lo sento!Potrà cambiare il vento!E sarà dolce morire così...Morire fuori di qui!
Ho un'anima con me
conosco quanto vale...
E non la venderòse non è proprio un affare...
L'amore per l'amore,se non è carità...
Vale più del tuo corpoche prima o poi brucerà...
Se è vero che ero un ribelle,
se ci credevo un po'
a questo sporco tuo ricatto io...
Io non mi piegherò!Non mi piegherò!

Morire qui io non vorrei
sarei qualcosa dovunque andrei
morire qui sotto gli occhi tuoi
e dimostrarti che hai vinto ormai
No! Morire qui non è da me
morire va bene ma non per te
ti lascerò alla tua follia
di crederti bella di crederti mia
non è finita lo sentopotrà cambiare il ventoe sarà dolce morire così...morire fuori di qui!

07   La trappola (03:54)

08   Regina (03:36)

09   Manichini (03:24)

Chi ti muove i fili,
E’ Dio o satana ?!
Chi ti muove i fili, è maschio, o femmina ?!
Chi ti prega, chi ti odia, chi ti aspetterà…
Qualcuno, o qualche cosa, i fili certo, muoverà!
Manichini,
senza volto, senza età…
Fili sottili uniti, per fatalità…
Un destino uguale, una stessa verità!
Il manichino ha un’anima,
e forse, non lo sa!
E’ troppo presto, per andare…
Troppo presto, per capire…
Troppo presto, per morire…
Perché, presto, non si sa!
Quando la ragione,
che i tuoi fili muoverà,
E’soltanto, il tempo…
E troppo presto, arriverà!
Chi ti muove i fili,
È un padre ubriaco, da far pietà!
Son pochi i fili,
Che muove tua madre,
Che troppi figli, ha!
Il progresso gioca,
Contro la tua ingenuità!
Ma c’è la tua coscienza,
E prima o poi, la spunterà!
Manichini,
Senza volto, senza età!
Manichini,
Nelle mani, di chi è manichino, già!
Manichini,
In vecchie facce!
Manichini, noi!
Manichini,
Saremo sempre, fino a quando lo vorrai!
Il manichino, si lascia andare…
S’abbandona, al tuo volere…
Il manichino, spera sempre,
Che la sua sorte, cambierà…
E’ un fedele amico,
Fino a quando scoprirà,
Che può andare solo…
I primi passi, muoverà!
Quando ai manichini,
Un significato, dai!
Fra quei manichini,
Tu, non resterai…
I manichini, crescono,
Ma in loro, crescerà…
Nella pelle di un uomo…
Come si sta!!!
Andiamocene, noi due!
Quando ai manichini un significato dai,
Fra quei manichini tu non resterai…
I manichini crescono ma in loro resterà
La voglia di provare nella pelle di un uomo come si sta’!?!?
Manichini, manichini ah! Ah!
Manichini, manichini ah!

10   Il cielo (04:15)

Quante volte,
ho guardato al cielo…
ma il mio destino è cieco… e non lo sa!
E non c'è pietà,
per chi non prega, e si convincerà…
che non è solo una macchia scura…
il cielo!
Quante volte,
avrei preso il volo…
ma le ali,
le ha bruciate già…
la mia vanità!
e la presenza di chi è andato, già…
Rubandomi, la libertà!
Il cielo!
Quanti amori
conquistano il cielo!
Perle d'oro, nell'immensità!
Qualcuna cadrà,
qualcuna invece il tempo, vincerà!
Finche avrà abbastanza stelle…
il cielo!
Quanta violenza,
sotto questo, cielo!
un altro figlio nasce e non lo vuoi…
gli spermatozoi, l'unica forza,
tutto ciò, che hai!
Ma che uomo, sei,
(live: Se non riprendi un barattolo di vernice insieme a me e ricominciamo a dipingere questo mondo grigio questo mondo così stanco, dell'amore che vuoi, dell'amicizia che rincorri da sempre. Dipingiamolo di noi, di noi zerofolli, di noi zeromatti, a noi che basta un sorriso, una stretta di mano e a me che basta semplicemente dirvi... Vi amo!)
Se non hai…
il cielo!

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