L'esordio dei Return To Forever è uno dei più emozionanti della scena jazz fusion. Soltanto di un anno in ritardo rispetto all'astrattismo del primo lavoro omonimo dei Weather Report.

1972. Chick Corea si unisce con il bassista Stanley Clarke, il sassofonista Joe Farrell, il percussionista Airto Moreira e la moglie Flora Plurim, nonchè cantante di notevole spessore. In questo anno sfornano la prima opera omonima, contenente quattro brani.

Veniamo subito accolti dal saltellare delle note soffuse di "Return To Forever", accompagnate dai vocalizzi celestiali di Flora. Rapidamente iniziano a dialogare tutti gli strumenti, flauto compreso, e al sesto minuto le ondeggianti sonorità latine vengono sovrastate dal pulsante basso di Clarke.

E' tutto così sublime in questi primi dodici minuti. La scelta della voce femminile sembra subito azzeccatissima, tanto che valorizza ancora di più gli innesti ritmici.

Chick Corea, con il suo piano elettrico ed il Fender Rhodes, è magistrale nei minimalismi, nelle pause riflessive e nei suoni più delicati, incorporei. Appunto, il finale sfumato di "Return To Forever", introduce "Crystal Silence", ed il titolo già dice tutto. La distensiva copertina con quel meraviglioso sfondo celeste dell'acqua e i livelli divini che toccano sax e piano sono il biglietto da visita.

Questo paesaggio irreale viene quasi disturbato dal ritorno funky di "What Game Shall We Play Today", dove la Plurim ci allieta con la sua sensualissima tonalità vocale.

"Sometimes Ago / La Fiesta" è purtroppo l'ultimo dono.

La voce del basso di Clarke esplica in toto la sua grazia. Intangibili note vengono accarezzate dal vellulato canto del Fender Rhodes. Il flauto è l'altro elemento che si instaura all'inizio della suite (ben ventitrè minuti) e nel finale l'amalgamazione tra tutti i componenti è completa, voce compresa. La samba arriva al termine e non possiamo che restare colpiti.

Dopo questo enorme primo passo troviamo "Light As A Feather", che consegna altre due gemme di Corea come "Spain" e "500 Miles High", lo spudorato funky di "Hymn Of The Seventh Galaxy", il Grammy Award con "No Mystery" ed il bellissimo "Romantic Warrior" del 1976.

Una band che equivale a una miniera. Qua, insieme a Corea, troviamo anche Al Di Meola e Steve Gadd, mentre fidatissimo rimane Clarke, che sarà presente fino allo scioglimento nel 1977.

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