Senza contare la fallimentare (artisticamente e commercialmente parlando) esperienza con gli United Nations Of Sound, Richard Ashcroft (ex frontman di una delle band inglesi più importanti degli ultimi trent’anni, i Verve) arriva al quarto capitolo solista con questo “These People”, dieci anni dopo l’ottimo “Keys To The World”.

Prodotto nuovamente dal fidato Chris Potter e licenziato via Cooking Vinyl, il nuovo lavoro è stato definito dallo stesso artista britannico “un insieme di vecchio e nuovo”. Tornano le ballad melodicamente impeccabili arricchite dagli archi del fido Will Malone, trademark di Mad Richard già dai tempi di “Bittersweet Simphony”: la titletrack su tutte, ma anche “They Don’t Own Me” o “Black Lines”.

Nella prima parte del disco si concentrano le cose migliori, a partire dalla fuorviante opener “Out Of My Body” (uno dei pezzi già presentati in sede live): ritmo sostenuto, arrangiamento electro e claphands ad introdurre un ritmatissimo refrain. Si sente il tocco di Mirwais (ex collaboratore di Madonna) e il brano sembra una versione iper vitaminizzata di “A Pain That I’m Used To” dei Depeche Mode. Il primo singolo “This Is How It Feels” è ottimo e racchiude, come un buon singolo dovrebbe sempre fare, le due anime del disco, quella più tradizionalmente ashcroftiana e quella che tenta di dare una rinfrescatina al sound ormai consolidato del cantautore inglese.

Detto di “They Don’t Own Me”, sulla scia della vecchia pietra miliare “Lucky Man”, ci troviamo davanti all’altro episodio uptempo del disco, “Hold On”, scelta come secondo estratto e dotata di una melodia calibratissima sulla splendida voce di Ashcroft, qui pienamente protagonista.

Purtroppo, nella seconda parte del disco si inceppa qualcosa e la qualità cala leggermente, scadendo troppo spesso nel piatto o già sentito: “Everybody Needs Somebody To Hurt” non si capisce bene dove voglia andare a parare, e anche l’interpretazione di Richard è poco convinta, lo stesso dicasi per “Ain’t The Future So Bright”. Buona invece “Pictures Of You”, prettamente acustica, e l’ottima chiusura “Songs Of Experience”, che costruisce un gradevole climax prima di un refrain fresco ed accattivante.

Sei anni sono tanti ed aspettarsi qualcosa in più era lecito, nonostante questo il ritorno di Richard Ashcroft non è assolutamente da buttare. “These People” è un buon disco, che a tratti si salva col mestiere ma ha anche qualche freccia interessante al proprio arco.

Miglior brano: Out Of My Body

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