Se il rock & roll degli anni cinquanta fu musica per il corpo, se il rock dei sessanta, psichedelico e californiano, fu musica per liberare il corpo attraverso la mente, il cosiddetto rock progressivo fu musica prima di tutto per la mente, per la crescita della mente. E fu un fenomeno essenzialmente europeo, perchè se c'è da unire rock, arte e cultura, il solo luogo possibile è l'Europa.
Il progressive sinfonico mandò alla ribalta le nuove tastiere elettroniche, diretta evoluzione del leggendario organo Hammond: moog, mellotron, sintetizzatori... apparati perlopiù monumentali in grado di produrre suoni mai uditi prima. E fra i maghi del synth, uno dei pochi virtuosi a contendere il titolo a Keith Emerson, è Richard Christopher Wakeman, che vanta studi musicali classici e notevoli ambizioni personali.
Inizia la sua carriera negli anni ’60 come sessionman per David Bowie, Cat Stevens, T. Rex, Lou Reed... poi entra a far parte degli Strawbs, prima di raggiungere la notorietà con uno dei gruppi di punta del rock-progressive inglese e tra i più acclamati della corrente pop-sinfonica, ovvero gli Yes. Immerso fra decine di sintetizzatori e moog, crea uno stile ed una tecnica tastieristica che lo porteranno ad affrontare in maniera ambiziosa e magniloquente temi a cavallo tra letteratura, storia e leggenda.
Journey to the centre of the earth (1974), ispirato agli scritti di Jules Verne, è il disco della consacrazione a personaggio di punta del pop sinfonico inglese. I sapori barocchi, la pomposità della messa in scena, la grandiosità dei suoni, il respiro classico, l'orchestra, la voce narrante, la strumentazione rock, portano però inevitabilmente a perdere di vista la sostanza dei brani, dando forma ad un'enorme massa sonora strumentale che si rovescia sull'ascoltatore senza che la si possa arginare o definire. L'effetto è a dir poco travolgente, ma alla lunga il peso si fa insostenibile e già gli album successivi perdono quasi ogni motivo di interesse. Le atmosfere maestose, il virtuosismo tecnico e soprattutto le propensioni classicheggianti fanno comunque di questo disco uno dei più riusciti ed interessanti nel suo genere.
E' stato registrato in un solo giorno e vede la presenza della London Symphony Orchestra e della English Chamber Choir.
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