Nel 2017 i Ride hanno messo a segno il loro grande ritorno dopo ventuno anni con un grande disco come "Weather Diaries".

Un album che ha ridefinito il loro sound, modellandolo e plasmandolo secondo canoni più attuali, ma senza snaturarlo. Nonostante questo, l'allontanamento da certi stereotipi shoegaze era già molto evidente, per quanto quelle sonorità non fossero state ancora completamente abbandonate; la volontà della band, anche poco prima dello scioglimento del 1996, era comunque già questa, per quanto allora il tentativo si fosse rivelato maldestro e disastroso. Adesso, con il centro pieno di "Weather Diaries", Bell, Gardener e soci possono muovere davvero i primi passi verso il futuro in maniera più sicura e stabile.

Primo assaggio è questo EP di quattro pezzi battezzato "Tomorrow's Shore", prodotto e mixato dallo stesso team dell'album che lo ha preceduto (i brani arrivano proprio da quelle sessions e sono stati esclusi probabilmente per un'eccessiva eterogeneità con il resto del progetto); ritroviamo quindi i fidati DJ Erol Alkan e Alan Moulder. Si tratta di brani che fanno un passo deciso verso il futuro, diversificando notevolmente la proposta della band britannica.

Ed è una svolta evidentissima già dal singolo "Pulsar", pezzo quasi interamente appoggiato su di un synth martellante e violento che ricorda le prime cose dei MGMT così come i più recenti M83. La successiva "Keep It Surreal" è un indie rock fatto e finito che si inspessisce via via che il brano scorra, un po' alla maniera della vecchia "Bugman" dei Blur.

Il ritmo cala con la floydiana "Cold Water People", forse il pezzo più ambizioso dell'EP, che ci introduce all'ottima (e conclusiva) "Catch You Dreaming", sinuosa e dilatata, forse il pezzo più "aggiornato" a certe sonorità in voga ultimamente (vengono subito alla mente i Tame Impala).

"Tomorrow's Shore" è un gustosissimo antipasto di quello che verrà, un modo per i Ride per delineare quattro possibili scenari futuri: uno di questi potrebbe essere quello giusto. O, perché no, anche tutti e quattro. Al prossimo album l'ardua sentenza.

Brano migliore: Pulsar

Carico i commenti... con calma