Sostenuto dalla bella colonna sonore di Vangelis, il film "Blade Runner" ispirato dal libro di Philip K. Dick "Ma Gli Androidi Sognano Pecore Elettriche?". A livello visivo è la rappresentazione angosciante di Los Angeles nel 2019. Enormi fabbricati abbandonati, le strade brulicanti di mercanti, e gente d'ogni razza che si accalca nelle vie, come in un Suk arabo, piove ininterrottamente, non si distingue il giorno dalla notte. Così appare la città, cupa decadente e inquietante, nella quale prevalgono i toni scuri, così come scuro e pessimista appare il film.

Nel 2019 è possibile fabbricare Replicanti, creature partorite dalla mente di un genio, costruiti per lavorare negli insediamenti umani sugli altri pianeti, indistinguibili dagli uomini, ad eccezione di una unica cosa, l'incapacità di provare emozioni. Il Dr. Eldon Tyrrell, fondatore della Tyrrel-Corporation, la cui parola d'ordine è "Più umani degli umani" affermazione che si può intendere come il leitmotiv della pellicola. Le ultime generazioni di Replicanti, i Nexus 6, sono forti atletici e più intelligenti di chi li ha concepiti. Quattro di loro, Zora, Pris Leon e Roy Batty, la mente del gruppo, sono fuggiti riuscendo a raggiungere la Terra, desiserano che la loro vita, non si spenga nell'arco del poco tempo per il quale sono stati programmati, perchè sono come gli esseri umani, e sanno sviluppare sentimenti veri. Deckard, distaccato e fatalista, già agente dell'unità speciale Blade Runner, viene richiamato in servizio col mandato di sopprimere gli Androidi ribelli. Allorquando sottopone Rachael, ad un esame che si basa sullo studio dell'occhio, un test che serve ad identificare gli Androidi, la "donna" cui è stata impiantata una memoria fittizia e non sa di essere una Replicante, nel momento in cui capisce di non essere umana, mostra il più umano dei sentimenti, piange.

Da qui inizia un cambiamento nel cacciatore di Androidi, l'insicurezza si insinua nella sua coscenza, è inizia un viaggio che lo porta a conoscersi, e a domandarsi se c'è differenza tra Umano e Replicante. L'avversario di Deckard è Roy, il capo dei fuggitivi, insieme a Leon si reca dal costruttore d'occhi Chew, con lo scopo di avere informazioni, per trovare chi l'ha costruito. Dapprima vengono indirizzati da J. F. Sebastian, un disegnatore di Androidi che soffre della sindrome di Matusalemme, una malattia che lo porta ad invecchiare precocemente. Questi conduce Roy da Tyrrell in persona, il Replicante dichiara al suo creatore che vuole continuare a vivere, l'uomo, che vede in lui solo una macchina, si limita a rispondergli che l'hanno costruito come meglio non potevano. Roy lo incalza, chiedendo se esiste un modo per arrestare la sua morte, allorchè Tyrrel gli fa intendere che la sua sorte è segnata, l'Androide gli schiaccia gli occhi nelle orbite, fino ad ucciderlo. Questa scena è simbolica, perchè richiama al test cui vengono sottoposti i Replcanti, per essere individuati.

Col tempo, Deckard si convince che il confine tra la vita reale e quella fittizia degli Androidi, non esiste, è un modo di pensare che non sta in piedi, si scioglie come la neve al sole. Il fil trova la soluzione nella casa di Sebastian. Il cacciatore di Androidi cerca di uccidere Roy, ma il Replicante, che ha coscienza della fine ormai prossima, nel momento in cui potrebbe chiudere il conto, lo grazia, accascia la testa e si lascia morire. Nello stesso istante, una colomba vola verso il cielo, metafora della libertà conquistata da Roy, che morendo, lascia la prigone della sua triste esistenza. Deckart se ne va con Rachael, della quale si è innamorato, verso un futuro incerto. Ci lascia con gli interrogativi… " Da dove provengo? Dove vado? Chi sono?" Dubbi che portano a cercare il senso della vita, e, quell'esile confine che separa la realtà dal falso.

PS E' d'obbligo citare la gande interpretazione che Rutger Hauer fa di Roy, e pure quella di Harrison Ford nei panni di Deckart.

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