Da diversi mesi, ormai, le sale cinematografiche di mezzo mondo sembrano invase da lungometraggi ideati e realizzati appositamente per la visione in 3D: non solo film di animazione, ma anche produzioni "dal vero" che, per essere apprezzati al massimo delle loro possibilità, chiedono allo spettatore di recarsi nel più vicino cinematografo per farsi consegnare gli appositi occhialoni.
Inutile dire che il messaggio subliminale (ma non troppo...) pare essere più o meno: "Caro cinefilo con la benda sull'occhio e l'uncino, non posso impedirti di scaricare questo film. Sappi, però, che se te lo guardi a casa, in panciolle sul divano, magari con un file a bassa resa audio-video, ti perdi buona parte del divertimento...".

La Dreamworks, dal canto suo, nella guerra senza esclusioni di colpi tra case di produzione di animazione, pare prestare sempre più attenzione al solo aspetto grafico delle proprie uscite, rinunciando ad ogni velleità di "spessore" e "profondità di tematiche" che, almeno nelle intenzioni, caratterizzano invece i prodotti. Pixar.

La risultante di questi due fattori è proprio "Mostri contro Alieni", primo lungometraggio della casa del bambino che pesca seduto sulla luna appositamente ideato per la visione in 3D.

E, in effetti, dal punto di vista grafico siamo a livello di gran cuccagna. Basti per tutti la (forse un po' lunghetta...) scena di inseguimento tra i palazzi di San Francisco, durante la quale si ha una sensazione di "profondità" notevole, persino sul mio vecchio 36 pollici a tubo catodico.
E, ancora, la (ennesima) ambientazione gustosamente retrò, certi giochi di luce e certi accostamenti cromatici davvero interessanti, oppure l'ennesima ridda di personaggi pelosi che fanno sfoggio di pellicce sempre più folte, morbide e lucenti (in pratica, da "Monsters & Co" in poi, gli essere pelushosi sono il vero banco di prova per testare la virilità digitale di un team di programmatori. Insomma: più c'è pelo, più sei fico. Proprio come capita nella vita di tutti i giorni.)

I problemi, semmai, cominciano quando "l'occhio ha avuto la sua parte" e si inizia a cercare "un qualcosa" che permetta di evitare la temibile smorfia da "cartone animato divertente, ma chissà quanto manca alla fine...".

Ad onor del vero, va detto che lo spunto iniziale del film (la storia della povera Susan che, colpita da un meteorite, si ritrova trasformata in gigantessa e viene arruolata in una squadra di "Mostri" controllati dal Governo), pur nella sua scarsa originalità, è sfruttato in maniera godibile, grazie al giocoso equilibrio di comicità surreale e dramma umano.
E altrettanto efficace risulta essere la solita carriolata di citazioni cinematografiche più o meno colte (e se le ho beccate io, direi proprio "meno colte"): dal cattivo finale, chiesto in prestito al "Mars Attack" burtoniano, alla sala comandi che fa tanto "Dottor Stranamore", dal bottone per il cappuccino di "Space Balls", a certe macchine volanti fregate a qualche hangar Miayazakiano, fino al quasi telefonato "Blob" e, in generale, a buona parte della fantascienza anni '50 (vedasi, ad esempio, lo scienziato pazzo trasformato in scarafaggio: un misto tra "La Mosca" cronenberghiana e "L'esperimento del Dottor K" di Corman).

Conformemente, poi, a quella che sembra essere il "taglio" delle ultime produzioni Dreamworks, tutti i personaggi si caratterizzano per una forte connotazione caricaturale. Anzi, si può dire, senza timore di far torto agli sceneggiatori, che "Mostri contro Alieni" vanta alcuni tra i personaggi più idioti che si siano mai visti in un cartone animato: dal Presidente degli Stati Uniti che accoglie gli alieni suonando la colonna sonora di "Beverly Hills Cop", al Blob che si fidanza con una gelatina, al minuscolo generale che finisce per affezionarsi ai Mostri...

Insomma, tutto molto bello. Tutto (abbastanza) divertente. Ma... il resto?!

Il resto sono i soliti temi dell'amicizia, della bellezza nella diversità, del "bello dentro" che prevale sull'apparenza, dell'accettare sé stessi nonostante i propri difetti, del superare i propri timori e le proprie insicurezze trovando quel po' di coraggio che c'è in ognuno di noi.
E non basta l'evoluzione psicologica del personaggio di Susan (inizialmente timida e insicura, vittima delle proprie piccole-gradi nevrosi, ma destinata ad una progressiva presa di coscienza ed emancipazione) a rendere "Mostri contro Alieni" qualcosina di più dell'ennesimo pretesto per un nuovo Happy Meal con pupazzotto incluso.

A ciò si aggiunga una seconda parte che si trascina attraverso sequenze via via sempre più diluite di scontri ed inseguimenti, la totale assenza di colpi di scena che possano definirsi tali (in che cosa si trasformerà l'enorme brucone ridotto a bozzolo dopo l'attacco alieno?! Non ci vuole una laurea in biologia per intuirlo...) e, soprattutto, uno sviluppo della narrazione che non riserva alcuna sorpresa.

"Mostri contro alieni" finisce così per essere l'ennesimo prodotto ottimamente confezionato, ma incapace di coinvolgere davvero lo spettatore che si sia già arreso ad abbandonare per sempre il ciuccio.
Forse può rappresentare un buon prodotto per una serata spensierata, o un'eccellente alternativa ad un palinsesto televisivo deprimente, soprattutto nel periodo estivo.
Ma non chiediamogli di più.

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