Fossi una star di Hollywood farei come Nicolas Cage e spenderei 150 milioni di dollari in sette anni per acquistare lo scheletro di un dinosauro, una villa infestata dai fantasmi, una Lamborghini appartenuta allo scià di Persia. Mi farei costruire anche io una vera piramide in giardino e prenderei una coppia di coccodrilli albini e ovviamente dentro casa avrei in bella mostra un paio di crani di pigmei. Non riesco a capire perché dovrei fare altrimenti. Del resto, voglio dire, è così che funziona Hollywood, va bene? Altrimenti te ne stai a casa e magari quando viene Natale fai Baldassarre nel presepe vivente della tua parrocchia.

Chiaramente la conseguenza diretta di questa situazione è anche una certa situazione debitoria col fisco e per questo adesso Nicolas accetta praticamente qualunque film gli venga proposto e questo a prescindere dal genere: va detto pure comunque che Cage negli anni abbia dimostrato di non essere forse il numero uno tra gli attori di Hollywood, ma di sapersi comunque disimpegnare in film radicalmente differenti tra di loro. In questo film di fantascienza ambientato in un futuro distopico e diretto da Rob W. King, Nicholas Cage è un agente investigativo per una associazione che in una dimensione post-apocalittica degli USA a seguito di una non meglio precisata crisi, di verificare se gli abitanti del paese guadagnino più di quello che consumano in una struttura sociale dove vige in maniera manifesta la “legge del più forte”.

Il film si intitola "The Humanity Bureau" è ha la struttura tipica del thriller fantascientifico. Quando Noah Kross (Nicholas Cage) matura coscienza sul mondo in cui vive e l'organizzazione per cui lavora, si ribella all'associazione e si mette in fuga verso il Canada (dove sembrerebbero esserci aree non contaminate e dove è ancora possibile vivere liberamente) con una donna e un bambino che avrebbero dovuto essere arrestati dal Bureau. I suoi ex compagni ovviamente faranno di tutto per fermarlo e impedirgli di ribellarsi e sfuggire a un sistema le cui falle e i segreti cominciano piano piano a sbriciolarsi dando adito a una inevitabile e incontrollabile sommossa popolare. In definitiva niente più che un action movie a bassa intensità inserito in un classico contesto distopico che come tale funziona sempre anche se la storia poi non è che abbia granché da dire e si interrompe in una maniera così brusca che alla fine ti domandi se sia tutto qui. È come se mancasse un pezzo, che magari poi una volta c'era ma è stato tagliato fuori dalla pellicola e aggiunto alla collezione personale di Nicolas Cage in bella mostra in salotto tra un cranio di pigmeo e l'altro.

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