Ciao Robbie,

Sono un tuo convinto estimatore, quello che penso di te l’ho già detto in precedenza, quindi saltiamo pure convenevoli e salamelecchi vari e veniamo subito al punto: Mi piaci un casino anche nella tua versione moderna, la tua “Advertising Space” è più o meno una delle mie 50 canzoni preferite di sempre, senza dimenticare “Sexed Up”, “Supreme” e altre. Sono reduce dall’ascolto del tuo nuovo album, appena uscito, e devo dire che globalmente mi sei piaciuto anche qui; il risultato finale è più che soddisfacente, sei ancora il migliore in quello che fai, su questo non vi è dubbio alcuno, e poi ci hai anche messo una copertina fichissima. Ok, però si poteva fare un po’ meglio: dopotutto sei Robbie Williams, sicuramente capirai perché vado a fare un po’ il pignolo, semplicemente perche ti stimo assai.

“The Heavy Entertainment Show” è un tuo disco in tutto e per tutto, e questa è un’ottima cosa: ci sono tutti i tuoi stilemi, il tuo modus operandi quello è, e rimane sempre perfettamente riconoscibile, anche se ormai sei lì da due decadi circa. Sei invecchiato bene e soprattutto continui a marciare al tuo ritmo, non è cosa da tutti. Ad esempio, apri con una titletrack che si rifà a quell’universo swing / big band che tanto ci piace, condendo il tutto con una sagace ironia, altra cosa che ci accomuna. Ho notato che hai puntato molto sulla formula power-ballad, ed è un’altra cosa che ho molto apprezzato, anche perché non è una soluzione molto in voga di questi tempi, non molti oggigiorno sembrano apprezzare questi sonorità belle cariche, loud ‘n’ proud, direi quasi politicamente scorrette, senza falsetti e inutili leziosità, e poi quei chorus potenti e trascinanti sono perfettamente nelle corde di una vocalità esplosiva come la tua: “Mixed Signals” e soprattutto “Motherfucker” sono due gran pezzi e sicuramente tra i passaggi salienti di questo tuo album.

Lo stesso vale anche per il singolo, “Party Like A Russian” e per “Pretty Woman”, in cui ci hai messo un pizzico di brio e stravaganza, cose che non fai mancare neanche in “Bruce Lee”, divertente performance funky con bombastici coretti e falsetto che ho particolarmente apprezzato; ho apprezzato anche l’atmosfera jazzy/retrò di “Hotel Crazy”, in cui hai mostrato un lato più elegante e sofisticato della tua personalità, addirittura anche in “Sensitive”, dove hai giocato a fare l’americano electro-RnB modaiolo, e ci sei riuscito anche bene. Parliamo però anche delle tue classiche ballads, che di solito mi gustano assai; qui forse avresti potuto fare qualcosa di più; “David’s Song” è una gran bella canzone, con quella dolcezza ruffianotta, quella vocetta d’angelo (seh, seh …) simil-boy band, quel sound fluido, non troppo carico, non troppo fiacco. Lì hai fatto tutto per bene, perché da tuo ammiratore un pezzo del genere non può che piacermi, a parte quella però c’è poco altro; “Love My Life” è veramente insipida, e tu me la vai a scegliere come secondo singolo? Ma valà, dai. Robbie, non è che pretendessi una nuova “Advertisting Space”, a quei livelli è difficile ritornare, però mi aspettavo di meglio, sinceramente.

E poi, altra cosa: mi chiudi un ottimo album come questo con lo scolastico e trascurabile “funk” di “Sensational”: perche? Oh, Robbie, Robbie, si dà il caso che io abbia la versione deluxe dell’album, tutte le cinque bonus tracks avrebbero meritato l’inclusione nell’album vero e proprio, più di “Love My Life”, sicuramente più della sopraccitata “Sensational”: “Time On Earth” con quel ritmo synth bello pieno e coinvolgente? Un tocco di sontuosità in più con “I Don’t Want To Hurt You”, ottima melodia e arrangiata con grande stile? Avresti potuto aggiungerci un piacevole tocco semiacustico con “When You Know” (che però hai rovinato con un chorus stavolta inutilmente pompato e fuori tema), oppure una ballad deliziosa come “Marry Me”, o ancora “Best Intentions”; molto catchy, bel flow, bell’atmosfera, perché mai tenerla fuori, mi chiedo?

Robbie, tesoro, ci ho pensato molto attentamente, ma le quattro stelle te le do lo stesso, anche se non sono del tutto soddisfatto: te le do perché comunque hai tirato fuori un bel disco, sontuoso, con una certa, innegabile classe e consumato mestiere, come piace a noi , rimani comunque un gran figo … e un gran figlio di buona donna, per rendere il Pop di nuovo grande ci sarebbe bisogno di più gente come te, e me ne hai dato un’altra conferma.

Il tuo nuovo, fidatissimo DeBaser campaign manager,

Daniel T. Kid

Carico i commenti...  con calma