Venerdì sera, fine della settimana: talmente stanco da non avere neanche lo stomaco per un horror, navigo su uno dei miei amati siti "pusher musicali" e vedo quest'album fare capolino. Non ci penso su e lo ascolto: probabilmente è stato il miglior modo di passare quest'ultima serata prima del weekend.
Through the Wall della canadese Rochelle Jordan è infatti un'opera che dà il meglio di sé se fruita in determinate condizioni: quando cala la notte, dopo una lunga giornata impegnativa, quando il mondo è ovattato; lo sto riascoltando adesso, di prima mattina, e non è la stessa cosa. Un album che è la colonna sonora di una tarda uscita estiva, coi fiori che spandono il loro profumo, o di un aperitivo in bella compagnia, circondati da ragazze in fluttuanti abiti da sera. Come diverse artiste e/o popstar, Rochelle fonde la dance con l'R&B, senza aver paura però di osare e sperimentare, risultando fresca e ispirata e immergendo il tutto nella musica house, talvolta garage ma spesso deep. Un lavoro che andrebbe ascoltato tutto d'un fiato, dove l'atmosfera intima, lussureggiante e sensuale prevale sui singoli brani, un'atmosfera resa molto bene dalla copertina, con la Rochelle che sembra guardarci attraverso un muro dritto negli occhi, specchio del vissuto. Un album che si muove sapientemente tra passaggi più rilassati e veri e propri inni da club come Ladida. Segnalo anche Words 2 Say, con un cambio di tempo e d'atmosfera che dimostra la bravura di quest'artista, un'artista di colore che invita chi è come lei ad avere il coraggio di ritagliarsi il proprio spazio. Il principale, e forse unico, difetto è la lunghezza lievemnete eccessiva (quasi un'ora nel 2025 è tantino), soprattutto se si vuole ascoltarlo tutto in una volta, e una seconda metà talvolta ripetitiva. Ma non diamoci peso.
Se siete nel giusto mood e gradite questo genere, è un album che non potete lasciarvi scappare e che si iscrive tra i più riusciti di quest'anno. Alla prossima.
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