Questo disco sa di zolfo e fondotinta e già il titolo pare indicare quali siano i suoi veri autori: "The Lady and Mr. Johnson". In copertina lo spettro sorridente dell'epico bluesman (impersonato dal giovane nipote Richard) è una presenza al contempo rassicurante e sinistra alle spalle di Rory perché, come chiariscono le note vergate da lei, lo spirito di Mr. Johnson è stato sempre presente per tutto il tempo delle registrazioni. "A volte", scrive divertita la Signora, "non ci siamo mossi da casa, a volte abbiamo lavorato, e altre ancora abbiamo provato a registrare". Tutto questo non deve sorprendere. Al posto di Robert Johnson non avreste preferito anche voi passare del tempo con questa bella signora bianca, piuttosto che con Peter Green o Eric Clapton?
Lei, se ancora non la conoscete, è Rory Block e, se ritenete che il country blues sia roba da uomini neri del secolo scorso, sappiate che attualmente è da tutti ritenuta la più grande interprete di blues vivente (ha vinto per 5 anni di seguito il premio "The W.C. Handy Award"), e da ragazza, a suo rischio e pericolo, ha studiato con Son House e il reverendo Gary Davis. Nata nel 1949 nel New Jersey in una baracca senza tubature da due genitori che, come lei stessa racconta, probabilmente sono stati i primi "hippie" del mondo (mentre Kerouac viaggiava e scriveva "On The Road", il padre, dopo aver vinto la cattedra in letteratura in un college, piantava tutto e si dirigeva verso il "nuovo west": l'est!), incominciò a strimpellare la chitarra a 10 anni, a 12 incise il primo disco (con il padre che suonava il violino), e a 15 scappò di casa assieme a Stefan Grossman (che evidentemente era un po' lolitista, ma di certo non stupido) in cerca del vero blues. Oggi Rory ha 59 anni, è una grande amica del mitico Jorma Kaukonen, chitarrista dei Jefferson Airplane (al quale rifila cani randagi), e quando è in tour si porta dietro mazze da baseball e guantoni perché non può rinunciare a giocare a softball nelle aeree di sosta. Sul suo sito ufficiale, oltre alle voci usuali (date del tour, discografia..), trovate anche le fotografie che la ritraggono assieme ai suoi tre cani e nel link "Life Story" alcuni dei bellissimi ritratti degli storici bluesman che ha conosciuto.
"The Lady and Mr. Johnson", apice della sua carriera, si apre abbastanza prevedibilmente con "Cross Roads Blues", ma la Signora è più sottile di quanto non lascino pensare i suoi stivalacci. Per pochi secondi l'introduzione della canzone più maledetta di tutte è affidata solo alla sua splendida voce e al coro di una chiesa battista.. Non si narra forse che Robert Johnson rese l'anima a Dio? Ecco allora, proprio come sarebbe piaciuto alla povera madre del bluesman, la storiaccia nera del crocicchio entrare trionfalmente nella casa di Dio e diventare il più mitico degli apologhi sulle tentazioni costellate nel cammino di un povero cristiano. Appena però la Signora inizia a suonare la sua Martin, l'incenso cede spazio allo zolfo e incredibilmente sentiamo Mr. Johnson. "Last Fair Deal Gone Down" è ancora lo stesso incubo sospeso nel tempo, e neanche Diamanda Galas sarebbe riuscita a cantare una "If I Had Possession Over Judgement Day" o una "Hellhound on my trail" così sulfuree. Certo, l'impressionante stile chitarristico, spesso giocato sui ritardi, di Rory Block (che tra i suoi ammiratori annovera lo stesso Kaukonen), per quanto pulitissimo, è addirittura più spigoloso di quello del suo spettrale méntore, e il suo canto non ha quella stessa delicatezza orientale nei falsetti, ma proprio per questo "The Lady and Mr. Johnston" meriterebbe di essere riconosciuto come il più filologico e nel contempo originale tributo mai dedicato al più celebre bluesman del delta, dal momento che mai nessuno, dotato di così grande personalità, si è davvero accostato a questo straordinario canzoniere con tanto amore, fino al punto da non essere solo.
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