“Aealo” è il decimo disco in studio dei Rotting Christ, anno di pubblicazione 2010. Tre anni prima la band ci aveva deliziato con il gioiello “Theogonia”, rinnovando il proprio sound e portando in Grecia una nuova ventata di fresco. Ovviamente “Aealo” ripercorre parzialmente il percorso dell’illustre predecessore , ma finisce col prendere una via decisamente diversa.
Innanzitutto è giusto preannunciare che questo album è un concept tra i pensieri di un guerriero in un campo di battaglia. E’ un album diretto, meno mistico e oscuro del disco precedente (e di tutti gli altri album della band), con il frontman Sakis che prende le redini di questa devastante falange oplitica che si chiama Rotting Christ.
Il Black Metal tende a sfumarsi per dare ampio spazio alle melodie e ai mid-tempo, questa volta i RC hanno puntato più che mai sulle atmosfere epiche, difficilmente ascolterete “Aealo” senza farvi travolgere dalla sua potenza, che è la stessa della battaglia delle Termopili raccontata nel film “300”. Una delle parole chiave di “Aealo” è dunque “epicità”, sensazione che fa da padrona in questo platter, complici i nuovi cori funebri, composti di voci femminili, presenti in tutte le tracce, e dalla chitarra di Sakis che con fare esperto guida i compagni in una nuova esperienza musicale.
E’ un disco molto unitario che non presenta al suo interno grandi novità e colpi di scena, ma comunque abbiamo pezzi più violenti, duri e Black Metal come ce ne sono altri meno tirati ma magari più ricchi di meldia. Nel primo caso ecco che si presentano la buona “Fire, Death and Fear” e soprattutto “Santa Muerte”. Quest’ultima è una delle migliori canzoni dell’album, violentissima ma ad ogni modo carica di pathos, degna del marchio Rotting Christ, SAREBBE la chiusura ideale dell’album.
Dico “sarebbe” perché l’undicesima e ultima traccia è “Orders from the Dead”, cover di Diamanda Galas. Personalmente ho trovato questa traccia assolutamente fuori luogo, la voce di Diamanda, oltre a non piacermi, trasmette sensazioni estranee a un disco come “Aealo”, anche se almeno nella seconda parte della canzone, quando la band accompagna sostenutamente la Galas il risultato è discreto.
Tra le canzoni meno propriamente Black Metal è impossibile non annoverare “Demonon Vrosis” (“Il banchetto dei demoni”), un pezzo delizioso in cui il nostro oplita parla della sua schiavitù e dipendenza rispetto alla battaglia, la protagonista di questo pezzo è la sua fame di sangue. Le strofe sono carichissime di pathos e la chitarra di Sakis intona una melodia davvero perfetta, oltre al fatto che il matrimonio tra lirica e musica è in questo caso riuscito come non mai. Meritevoli di citazione senz’altro anche la trascinante “Noctis Era” e l’opener e title track “Aealo”.
Non si tratta di un album senza macchia: oltre alla citata “Orders from the Dead”, nella seconda parte dell’album le tracce scorrono più rapidamente, con buone tracce ma senza troppi momenti veramente esaltanti, - almeno finchè non arriva il momento di “Santa Muerte”. Inoltre c’è una traccia di poco più di un minuto assolutamente risparmiabile in cui vi è solamente il coro, che è comunque presente in tutte le altre canzoni.
Ma comunque questa fatica dei Rotting è un’altra conferma del periodo di grazia del gruppo, che non raggiunge le vette del precedente capolavoro ma senza dubbio può vantarsi di essere il suo degno successore. E’ un album con cui i Rotting Christ hanno ancora cambiato faccia senza perdere la loro identità, che fa di loro una band unica nel panorama mondiale.
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