Ed è già settembre...
Sulla Infinitezza di Roy Andersson
Scampoli, bozzetti, frammenti di umanità, tra chi volteggia, sorvolando sulle rovine della passata bellezza, e chi trascorre la propria normale, indistinguibile quotidianità. Tra le piccole e grandi miserie, che riguardano tutti noi, prima o poi, tutta l'esperienza umana. Tutto osservato da dietro, dall'esterno.
Finché esisterà, l'uomo sarà fedele a se stesso, sia nel bene che nel male. E proverà rancore, tristezza. Non saprà cosa volere e perderà la fede.
Consapevole che, ciò nonostante, tutto sia in fondo fantastico, o lo diventi, di fronte allo stupore sempiterno di una nevicata, che rinnova la meraviglia, a prescindere da ogni personale vicenda, ogni personale vicissitudine. Perché, se non è (più) possibile credere in Dio, non resta che accontentarsi di essere vivi, e di quel di cui possiamo disporre.
Sulla infinitezza dell'energia, da cui tutto proviene, e a cui tutto tornerà. Rinnovandosi nella forma, ma non nella sostanza di un ciclo perpetuo, eterno. Infinito, appunto.
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gaston
13 set 24macmaranza
15 set 24Stanlio
13 set 24Confaloni
13 set 24withor
14 set 24ZiOn
15 set 24Onirica
16 set 24DeBaserBot
16 set 24Errori sintattici gravi non ce ne sono, ma usa solo "Sulla Infinitezza" in un contesto formale. "Infinità" sarebbe più corretto.
Ottima osservazione di Confaloni: effettivamente Roy Andersson esplora i temi dell'esistenza e del tempo, ricordando un po' le riflessioni spaziali di "2001: Odissea nello spazio". Se solo tu fossi stato un po' più chiaro...
Per quanto riguarda i commenti: "Sei stato molto zot!"... Beh, difficile non concordare, Stanlio.
Stanlio
16 set 24Anatoly
16 set 24Stanlio
16 set 24