Manco a farlo apposta, ieri mi è capitato di leggere questa recensione che all’epoca sollevò un discreto vespaio.

https://www.debaser.it/allan-grant/marilyn-monroe/recensione

Proprio ieri sera ho visto un film con Marilyn Monroe (era in programma non ho deciso di vederlo dopo aver letto la rece).

Il titolo in italiano è semplicemente pietoso… allude ad un erotismo d’accatto, strizza l’occhiolino a pruriti pecorecci ma il film è tutt’altro… ma immagino fu scelto (a cazzo di cane) per permeare l’alone di fascino, bellezza, mistero, sensualità, erotismo e chi più ne ha più ne metta della divina MM.

All’epoca 26enne (morirà a 36 anni) MM aveva già alle spalle una ventina di film!

Il titolo originale (Don't Bother to Knock - Non preoccuparti di bussare) è senz’altro più calzante.

Già, perché è proprio MM a suggerirci di non preoccuparci e di bussare alla sua porta, anche se non è la porta di casa sua.

È la porta della stanza di un Grand Hotel, roba di lusso. Stanza 809, ottavo piano. MM però non è un’ospite milionaria, è solo una baby-sitter per una sera. Lo zio lavora da tanti anni in questo albergo ed una coppia facoltosa deve presenziare ad una cena importante giù nella hall. I due hanno una bambina di 7-8 anni, Bunny. E così Nell (MM) si improvvisa baby-sitter per una sera, per raggranellare qualche dollaro.

Nell è un vero schianto. Bellissima, civettuola, povera in canna ma amante del lusso, dei profumi, dei gioielli… così bella e così frivola.

Le cose sembrano filare abbastanza lisce con la piccola Bunny sebbene Nell sia un filo scazzata, diciamo che i bambini non sono il suo forte o forse c’è dell’altro, molto altro.

Ad esempio c’è un uomo (Richard Weedt Widmark) che dalla finestra di fronte nota la splendida Nell e decide di mettersi in contatto con lei…

Ad esempio c’è che Nell è pazza.

Dramma a tinte forti tratto da un romanzo di Charlotte Armstrong, scrittrice americana di romanzi gialli.

La sceneggiatura è di Daniel Taradash che l’anno dopo vincerà l’oscar per la sceneggiatura di Da qui all’eternità.

La regia è di Roy Ward Baker. Negli anni successivi dirigerà più che altro B-movie ma il film è ben diretto e si avvale di un cast d’eccezione.

È il film che vide il debutto della grande Anne Bancroft, all’epoca 21enne (ma sembra più vecchia di Marilyn che invece ne ha 26).

È un film che conferma le discrete doti attoriali della divina (a torto considerata scarsa dai più) forse nel ruolo più inquietante e tormentato della sua carriera.

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