Dopo il bell'esordio di fine 2010, ritornano i “Bagni Reali”, giovani virgulti della nuova scena garage-psych di San Francisco. Se il precedente “Litanies” indugiava su una psichedelia torbida fra wave e Velvet, questo nuovo disco mantiene un approccio psichedelico, irrobustendolo con una idea molto ipnotica di garage, rinverdendo i fasti del chitarrismo loureediano ante litteram.
Siamo di fronte ad un disco di giovani che, volenti o nolenti non lo sappiamo, accendono un cero ogni mattina a San Reed e San Cale. Non disdegnando una levigatura agli spigoli di Mark E. Smith.
Esemplificativa in tal senso l'iniziale “Darling Divine”, dal giro di chitarra che si attorciglia su se stesso. O anche i 7 minuti della successiva “Burned”, tour de force psicotico molto “White Light/White Heat”. In altri frangenti i ragazzi flirtano con un'approccio western malaticcio, come dei cowboy a dorso di bronzino, ma strafatti di metadone ("Nightmare Voodoo"), oppure cercano un raggio di wilsoniana luce in una fredda stanza di qualche marcio motel di periferia (“Contempt”).
Meritevoli anche nei frangenti dal passo più lento: “Be Afraid Of Me” inizia come una canzone degli OM, sospinta da un drumming tribale e minimale, ogni tanto interrotto da accelerazioni chitarristiche; accelerazioni che contraddistinguono il convulso finale di “Faster, Harder”, favola malata e lasciva, colonna sonora di una passeggiata ubriaca su Lexington Avenue.
Il 2012 inizia bene, e se i Maya avranno ragione, di musica così ne avremo bisogno come colonna sonora per la fine del mondo.
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