Perchè Rolf, perchè?
Immaginate di aver vissuto una vita pressochè perfetta, con un po' di alti e bassi, ma talmente insignificanti da poter essere anche omessi, e di ritrovarvi all'improvviso nel vostro salotto, fissando il fuoco, e dire un secco no. Basta. Ciò che ho potuto dare, l'ho dato, e al meglio delle mie performance. Non ho fatto nessuna scelta sbagliata, e non ne voglio commettere, perciò basta. Scelte così, non possono essere che accompagnate da sonori applausi. Ecco, i Running Wild probabilmente, incarnano alla perfezione questa scena. Quanti gruppi nella loro carriera hanno avuto almeno un disco flop, quello che non li ha resi esenti da critiche, quello che nessuno si aspettava, quello che anche dopo un centinaio di ascolti continua a farti venire voglia di buttarlo giù dalla finestra? Poi sì, si può anche ripartire in poppa magna, ma state certi che quella macchiolina nera, non la scorderà nessuno. Per quanto cercherete di cancellarla, non se ne andrà mai. Ma torniamo a noi.
Nel 2005, il gruppo capitanato dall'indossolubile Rock 'N Rolf pubblica Rogues En Vogue, un disco che suonava esattamente come doveva suonare, alla tipica maniera del gruppo, anche se con una batteria palesemente digitale, "suonata" dal magistrale Angelo Sasso. Che cosa? Non lo conoscete? Ma dai... Una raccolta uscirà l'anno successivo, ma dopo, il nulla. Mancaza di idee, voglia di andare in tour esaurita, acciacchi qua e là, queste sono state la ragione dello scioglimento a detta di Rock 'N Rolf. Per celebrare l'addio della band, nel 2009 i Running Wild si esibiscono al Wacken Open Air, concerto che sarà immortalato anche in DVD, uscito poi due anni dopo. A cavallo fra il 2009 e il 2012, a Rock 'N Rolf vengono richieste delle ri-registrazioni dei loro album più famosi, visto che oramai sono introvabili, ma con delle bonus track annesse. Scrivi, scrivi, vengono fuori dei pezzi che Rolf allora dice a se stesso:"Perchè pubblicarle come bonus tracks? Riformerò i Running Wild e farò un nuovo album!" Pessima scelta Rolf, pessima scelta. E questa signori miei, è la nascita del disco che sto andando a recensire, "Shadowmaker".
Partiamo con ordine. Copertina alquanto discutibile, scarna, brutta, assente della mascotte ufficiale del gruppo, Adrian. Sinceramente mi ha sempre ricordato Darth Fener, e sinceramente con la musica, non so cosa ci azzecchi. Eviterò il track by track, su consiglio anche di un paio di utenti che mi hanno dato questa dritta, ma anche perchè un disco come "Shadowmaker" non ne ha bisogno. Da pezzi catchy che possono essere anche passabili come "Piece Of Action" o "I Am Who I Am", si passa a canzoni imbarazzanti come "Me & The Boys" che vuole essere una nuova canzone AOR, ma che con dei riff discutibilissimi e un testo che potrebbe andare bene per gli Steel Panther tanto bambinesco com'è, è sicuramente una delle bocciature secche dell'album. Pezzi noiosi, lunghi, e inconsistenti come "Dracula" e "Black Shadow" non fanno che confermare i tanti errori di questa uscita. Uno dei pochi pezzi a risollevare il morale è solo "Sailing Fire", ma è uno sprizzo di luce in una totale oscurità. E poi quella dannata batteria... Mi sbilancierò un po' troppo forse, ma con una batteria normale, forse il disco sarebbe riuscito a suonare più "vivo".
Un anno dopo, l'uscita di "Resilient" risolleverà la fama del gruppo, ma come detto ad inizio recensione, un passo falso rimane a vita, anche se dopo di questo sfornerai album quasi capolavori. Dispiace bocciare uno dei miei gruppi preferiti, ma "Shadowmaker" non lo consiglierei neanche al mio peggior nemico. Ma ricordate... Il galeone barcolla, perde pezzi, ma è ancora in acqua..
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