Gli sembra di guardare una televisione che ha il volume molto basso. Intuisce qualcosa, giusto qualche parola, ma il vero problema è che non la sta ascoltando. Osserva il suo bel viso: una serie di rughe sottili dell'ormai andata gioventù che si uniscono ad altre più profonde frutto dell'incazzatura crescente. Soldi? Probabile, ma forse si è anche dimenticato di fare qualcosa di importante. Ci pensa ed in effetti potrebbe anche essere. Hanno fatto l'amore solo poche ore fa. Una volta, il fuoco e la ruota non erano ancora stati inventati, questo era il massimo della sua aspirazione! Lei alza la voce irritata ma lui non la sente e si chiede, mentre la scosta per cercare la lattina di birra, dove cazzo siano andati quei giorni.
Stava affondando i colpi al loro ritmo, quello che avevano imparato a trovare e cavalcare negli anni, ed invece di godere a pieno di quel corpo ansimante si è ritrovato a pensare alle rate mutuo in sospeso, al lavoro, alle scadenze pendenti e a tutto quel mucchio crescente di preoccupazioni e routine. Quel grumo grigiastro che gli sta sempre più asciugando la vita da quando un anello ha preso possesso del suo anulare. Giornate che si assomigliano terribilmente a quelle appena trascorse manco fossero fotocopie sempre più sbiadite dello stesso foglio. Il toner è quasi esaurito ed ormai deve avvicinare la carta al naso per riuscire a decifrare il senso della sua esistenza.

Ti svegli e vedi una buon numero di capelli sul letto; bestemmi per tutta quella serie di dolori che ti fanno uscire dal letto con le movenze di un verme per poi assumere con indicibile fatica la posizione da Homo Erectus. Lei si lava i denti e non è proprio uno spettacolo, d'altro canto non lo sei nemmeno tu, che la guardi disgustato. Occhiaie da film horror, pancia flaccida, un'aria trasandata e severa: ringrazi che oggi non sia un lunedì e che non abbiate litigato troppo la sera prima. Realizzi sul cesso, mentre spingi uno stronzo, che il meglio se ne è andato e che sei stato fottuto dalle illusioni che tutto potesse durare. E allora non ti accontenti più di quella miseria che sei riuscito a costruire con sì tanta fatica e cerchi di aggrapparti alla speranza di poter ricominciare da capo tutto. Avere una seconda possibilità perché sei stato trattato ingiustamente, perché vali molto di più della media, perché hai avuto sfortuna ed altre cazzate del genere. Spesso sono solo un paio di frasi urlate senza fondamenta: mera frustrazione verbale che aleggia nell'aria, sbatte tra le pareti di una stanza e sfuma nel nulla senza conseguenze.

Solo talvolta quegli intenti aleatori prendo forma.

La vita è composta da una miriade di piccole azioni, apparentemente innocue ed impercettibili, la cui somma porta prima o poi ad un punto di rottura. La quotidianità ci fa credere di essere ben fermi nello stesso accomodante punto ed invece scivoliamo senza accorgercene e così, all'improvviso, ci ritroviamo a sbattere senza airbag. Senza avere il tempo di proteggerci adeguatamente. I continenti, le zolle tettoniche, in modo simile scivolano silenziose sul mantello in modo costante e progressivo. Passano decenni silenziosi fino a quando una devastazione come quella di pochi giorni fa ci ricorda che quelle scosse devastanti sono frutto di una miriade di spinte minori perpetrate nel tempo. Forse le nostre vite sono davvero alla deriva, mosse dal caso e dal moto di un infinito esercito di variabili, solo in parte controllabili, che ci fanno vagabondare sul mantello come i continenti. Fino al prossimo bang!

Russell Banks in questo suo libro di trent'anni fa con sugosi e ricchi capitoli ci racconta il punto di rottura delle vite di due protagonisti completamente diversi. Bob Dubois è un americano del freddo ed incolore New Hampshire che ha da poco passato la trentina; è travolto dalla crisi di mezza età, deluso dal lavoro, insoddisfatto della vita coniugale e dalla difficoltà crescente di mantenere tre figlie nei confronti delle quali prova sentimenti tiepidi. Vanise Dorsinville è invece una giovane haitiana che fugge con il figlio ed il nipote per cercare di raggiungere in maniera clandestina gli U.S.A.

Dopo un congruo numero di disavventure personali questi due personaggi così diversi si incontreranno per un finale di granitica durezza. Entrambi sono alla ricerca della loro personalissima "America". Per Bob l'assolata Florida rappresenta, come già detto, la possibilità di una nuova vita; un clima favorevole in simbiosi con la cascata di facili soldi che avrebbe dovuto raccogliere senza sforzo con il fratello da frutteti di filigrana. Ma è un sole bastardo, la troppa luce è infida perché attira ed al contempo abbaglia e rende ciechi. Per Vanise gli Stati Uniti rappresentano la fine di una vita di paura, stenti, sofferenza e abusi; una necessità che la spinge, inconsapevole, a scivolare verso il suo tremendo destino.

La deriva dei continenti è un romanzo potente, scorrevole nella prosa, capace di mettere a nudo con il suo realismo e pessimismo imperante i lati più oscuri e machiavellici del mondo contemporaneo. Nelle intenzioni di Banks leggere questo libro dovrebbe farci crescere, da qualche parte tra le interiora, un sentimento di disgusto e voglia di cambiamento. Illuso! Noi, parole di circostanza a parte, continueremo ad andare alla deriva.

Carico i commenti... con calma