Ho sempre avuto un pessimo rapporto con la Francia, o per lo meno con i francesi, era mio fermo convincimento che Serge Gainsbourg, Francois Truffault e Daniel Pennac bastassero e avanzassero nella mia conoscenza della cultura d'oltralpe.
Poi un mio amico si trova una ragazza francese, va a conoscere les parents e torna a casa impiastricciato di foie-gras e con in mano un cd di un tale Damien Saez.
Jours ètranges ha impiegato poco per farmi dimenticare tutti i pregiudizi goliardici sulla Francia, anzi ha impiegato esattamente il tempo di un ascolto.

La partenza è bruciante con Jeune et Con, veloce sulla sua melodia elettro/acustica perfetta per aprire le danze ai primi timidi accenni di elettronica nella movimentata Sauver Cette ètoile (con un "na-na-na-na" che fatico a togliermi dal cervello), poi tutto si fa calmo sulle note di un pianoforte inframezzate da un rullare marziale in lontananza, giochi d'eco e piccoli loop elettronici si mescolano ai violini, alle chitarre e alla voce di Damien in un climax perfetto dal sapore vagamente radioheadiano, era la title track Jours ètranges che cambia la direzione, un piccolo spigolo in cui si resta incastrati giusto il tempo di farci l'abitudine, perchè di perfetti spigoli quest'album è pieno.
J'veux M'en Aller inizia dura per poi distendersi come un tappeto sui territori più calmi a volte pianistici a volte elettrico/elettronici di Hallelujah, Crépuscule e Soleil 2000. Le macchine prendono il sopravvento nelle cavalcate di loop e effetti di Amandine II e Rock n'Roll Star per poi sciogliersi nuovamente nel morbido jazz pianistico di My Funny Valentine.
La chiusura dell'album è affidata a due tracce che rappresentano bene il lato intimista del rock di Saez: un malinconico arpeggio in Montée La-haut e una ninna nanna pianistica in Petit Prince.

Adoro gli album così, quelli che ti sorprendono e ti stimolano a cercare oltre, che ti suggeriscono nuove strade e che si lasciano scoprire ascolto dopo ascolto in tutti i particolari, è come incontrare e conoscere una nuova persona, il modo migliore per ascoltare musica.

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