Come usignoli. Le cantanti cantano come usignoli.
Ma Sainkho canta come usignoli, cinciallegre, gufi, tucani, upupe e pavoni. Come cicogne, struzzi, pellicani e ornitorinchi. E pipistrelli, tassi, pinguini e pterodattili.
Le cantanti cantano le emozioni. Ma Sainkho si è accorta che solo chi è in pericolo è in grado di provare qualcosa. Così Sainkho abbassa la nostra soglia di reazione con un'antologia di processi vitali ("Cschai-su") e di tecniche di sopravvivenza ("Ach so, "Long continuum") per voce sola. Soddisfacendo l'imperativo della comunicazione, Sainkho sconfessa il solipsismo della condizione umana e nega il supposto vuoto dell’esistenza.
La vita è un esercizio il cui valore si trova alla fine d’un libro scritto con sangue, sputo, sudore e lacrime. Sainkho non nasconde le macchie, non stira le pieghe come fa Tamia, che preferisce l'allusione alla brutalità della rappresentazione. La vita, la voce sono una per uomo e animale ("Tundra und Taiga" e soprattutto l’emozionante "Night birds"), gli incubi son gli stessi per tutti ("Dream of death") e anche la sofferenza accomuna noi, scimmie nude, ai popoli degli altri esseri viventi ("Lost rivers").
La vita è la poesia senza rime del sacro e del profano (la nobile "Houwa" e la dispettosa "White food"). Un biglietto da visita impressionante ed esaustivo.
Elenco e tracce
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