Film capolavoro che esalta il cinema britannico con un cast eccezionale diretto in maniera direi accondiscendente da parte della regista Sally Potter, perché del resto quando devi dirigere attori come Timothy Spall e Bruno Ganz, Kristin Scott Thomas e Patricia Clarkson oppure Emily Mortimer, Cherry Jones e Cillian Murphy, non hai probabilmente molto da spiegare. Stanno sulla scena come nella vita di tutti i giorni e in una storia che è praticamente una piece teatrale brillante e divertente, ma allo stesso tempo acuta e persino tragi-comica, concepita e scritta dalla stessa regista, che qui peraltro azzecca tutte le mosse: sceglie una ambientazione ristretta, un solo appartamento, fondamentalmente il solo soggiorno dove la padrona di casa intrattiene gli ospiti, e contornato da pezzi girati negli altri ambienti della casa; un numero preciso di personaggi, sei oppure sette, di cui il protagonista vero però alla fine c'è ma non si vede; punta forte sul bianco e nero, come volere riproporre la dimensione visiva di commedie brillanti degli anni cinquanta-sessanta, una specie di marchio di fabbrica Billy Wilder, ma poi costruisce una black-comedy in scia con una tradizione British che da questo punto di vista è sicuramente ricca di episodi degni di nota almeno a partire dagli anni settanta con "Sleuth" di Joseph L. Mankiewicz. Ma anche pensare al situazionismo francese pure più recente tipo "Le Prénom" (2013) non è inappropriato, per quanto sicuramente i toni del film di Sally Porter siano comunque più gravi e di una portata più ampia, la farsa che viene messa in scena non è strumentale e dettata da uno scherzo di uno dei protagonisti, ma prende il via da un momento drammatico, come sono poi drammatici tutti i contenuti dell'opera e che quindi nella sua farsa è poi rappresentazione della vita stessa.

Siamo a casa di Janet (Kristin Scott Thomas), donna emancipata, femminista e idealista, convinta sostenitrice dei diritti civili e esponente di spicco del partito laburista (non viene mai menzionato direttamente, ma possiamo facilmente immaginare che sia così). Siamo nel Regno Unito ovviamente e Janet è appena stata nominata ministro della salute del governo ombra, il raggiungimento per quello che la riguarda di lunghi anni di battaglie e impegno politico e sociale e chissà, forse trampolino di lancio verso qualche una carriera politica ancora più importante. Il momento per lei è chiaramente molto importante, così per l'occasione invita a casa tre coppie di amici. Ciascuno rivelerà da subito una personalità particolare e dai tratti caratteristici. Rappresentanti di una classe culturale medio-borghese e idealista persa in sé stessa e incapace di conciliare i propri ideali e i propri valori con la realtà che li circonda, tutti impegnati a tenere fede almeno sulla carta, alle loro convinzioni e senza compromessi con la realtà delle cose.

Paradossalmente, ma nemmeno, sono così forse proprio i personaggi dal carattere più mite e apparentemente più debole, quelli che invece dimostrano di avere un maggiore equilibrio. Da una parte abbiamo quindi proprio Janet, convinta idealista ma allo stesso tempo disposta a tutto per di ottenere l'agognato successo; il marito Bill (Timothy Spall) è un intellettuale dal carattere mite e che ha dedicato tutta la vita a seguire le passioni della moglie, lasciandosi passare tutte le cose addosso e senza mai assumersi nessuna responsabilità. April (una stupefacente Patricia Clarkson) è la migliore amica di Janet, cinica e volgare, invidiosa del suo successo e materialista, insulta continuamente suo marito, l'ingenuo Gottfried (Bruno Ganz), anziano e placido idealista, spirituale e aromaterapista e critico della società occidentale e della modernità e che ogni volta che apre bocca viene puntualmente zittito dalla moglie, che dichiara tra una battuta e l'altra che sono prossimi al divorzio, facendo capire chiaramente a tutti che della cosa non le importi nulla e che anzi non vede l'ora di liberarsi di quel peso ingombrante. Ci sono Martha (Cherry Jones), docente universitaria femminista e lesbica, che ha una relazione con la dolce e più giovane Jinny (Emily Mortimer), che ha deciso di diventare madre ed è incinta di tre gemelli, notizia che viene data nella stessa serata e accolta con freddezza e disinteresse generale e anche da parte della sua compagna. C'è il giovane Tom (Cillian Murphy), broker finanziario in crisi con la moglie e considerato da tutti un personaggio cinico e senza scrupoli, ma che è invece un ragazzo pieno di insicurezze e con i nervi a pezzi e dipendente dall'assunzione di droghe. E poi c'è sua moglie, la bellissima Marianne.

Svelare la trama anche solo in parte non avrebbe senso. Forse è proprio la trama in sé anzi che non ha senso. Cioè non esiste: ci sono semplicemente questo gruppo di amici che si incontra a cena per festeggiare la nomina di Janet e poi una semplice "rivelazione" scatena di impeto tutte le personalità presenti, dando vita a una messa in scena cervellotica, ma intelligente, sottile ma non difficile. Una black comedy come se fosse stata sceneggiata da Bob Altman. Penso che un complimento migliore di questo sia impossibile (non che Sally Potter ne avesse bisogno dato il meritato successo e riconoscimento delle sue produzioni). Seguono poi tutte le considerazioni del caso che a questo punto possono essere veramente tantissime nonostante la durata relativa (circa 70') di un film giustamente premiato pure al festival di Berlino lo scorso anno.

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