Il sole si mischia alla bora fresca in un fine settembre dai contorni spettrali. Il vento forte diventa quasi fisico, lo puoi sentire indurirti il viso. Così forte da dare forma a ciò che incontra lungo la strada, assumendo un suono minaccioso. Qui sappiamo bene cosa significhi: copriti altrimenti andrai in bagno più spesso. O meglio, cambia la stagione, senza bussare torna l’atteso ospite da est. La luce del sole diventa più morbida e le nuvole si dilatano spalmandosi nel cielo.

Sono giorni rari, le piante ancora verdi, le cime delle montagne spoglie, le cimici ancora non s’infilano negli interstizi. Fuori si sta di un bene, né caldo né freddo, perfino le persone non si lamentano.

Eppure dentro inizia a macinare qualcosa d’impalpabile, io la chiamo semplicemente malinconia, perché quando bussa l’autunno non so afferrarne i mutamenti. La magia di un vento improvviso che porta una nuova lingua alle piante rimane a me sconosciuta.

È questo il periodo dell’anno in cui ho bisogno di ascolti candidi e delicati. Musica che mi concili con la drammaticità dei cambiamenti circostanti. Sam Evian mi culla per il meglio, lui sembra aver fatto sua la magia dell'aria che sferza in questi giorni. Esprime in suoni sensazioni sospese tra gioia e tristezza, forse sta a noi interpretarle a seconda dei colori della stagione interiore.

You, Forever dura il tempo di un ricordo intenso, ti accompagna e mentre modella le tue emozioni sa farti male con delicatezza. Evian è un ragazzino che sa districarsi nella psichedelia dolce e sbarazzina ma non nasconde una certa spigolosità. Forme di disagio mascherate da sogno o forse vulnerabilità messe a nudo.

Pesca soprattutto dai ’70: gentaglia come Jackson Browne ma anche atmosfere rarefatte di cantautori più recenti come Elliott Smith (sentasi Apple o Next to You). Molto bella la titletrack, con un saggio di come si suona disgraziatamente una chitarra. L’album regge bene dall’inizio alla fine ma la prima metà la trovo incantevole.

Grazie Sam Evian di essere esistito per me in questo preciso periodo dell’anno, sei come il maglione di due taglie più grande e scolorito di mio fratello che mi teneva caldo in queste giornate in cui il sole iniziava a fare cilecca.

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