Ascoltare oggi pomeriggio “Dont’ break me” a casa guardando fuori dalla finestra il tramonto è forse più rassicurante ma meno piacevole, perché fa meno male, la assapori, ma non rischia di distruggerti dentro come avrebbe fatto in altri tempi. Ed in fondo è meglio così, che i nuovi casini sono sempre sul menù del giorno.

Tutti a strapparsi i capelli per i PUP, eppure mi viene naturale pensare che le stesse cose, senza troppo clamore, le facevano già venti anni fa e pure meglio i Samiam.

Il gruppo californiano, pur nei notevoli cambiamenti di sound intervenuti in più di due decenni, è sempre stati un’entità con dei tratti somatici ben riconoscibili.

“Astray” secondo disco per Burning Heart può essere considerato il fratello maggiore di “You’re Freaking Me Out”. I toni aspri e duri di “Billy” sono ravvisabili nei saliscendi vocali di Jason che ogni tanto vengono fuori repentinamente, ma stavolta con una produzione che si è fatta negli anni via via più curata.

Pensate ad un Guy Picciotto che prende il timone di un gruppo pop-punk, sostituite Washington D.C. con Berkeley e con una discreta dose di approssimazione vi troverete di fronte i Samiam.

“Sunshine” va subito dritta nel raccoglitore dei best della band californiana. Ha un motivetto che rimane impresso facilmente in testa, un’aria spensierata, se non fosse per il testo.
La poliedricità della band si percepisce dalla successiva e cupa “Wisconsin” con le sue poderose accelerazioni a bruciapelo e da “Paraffin” che porta in scena un certo alternative rock emozionale di cui gli Husker Du sono stati alfieri due decenni prima. Tra i brani simili che Spotify propone, cade subito all’occhio, come prima traccia, “For Want Of” degli Rites Spring. Ed è un paragone nemmeno troppo casuale.

Sentire la voce di Jason prima sussurrata, poi salire di tono ed infine esplodere in preda ad una tempesta emotiva è come sempre un piacere provare per credere “How Long We”. E l’elenco dei best si spreca tra “Dull” o “Mud Hill” per cui venne girato un video promozional nel quale vediamo un Jason riflessivo ed in disparte in un locale in mezzo a coppie in festa che limonano amabilmente.
Il repertorio che si mantiene sempre su alti livelli anche grazie all’ottimo Jason che dona forti emozioni a chi lo ascolta coadiuvato dal resto della band.

Chiare evidenze queste a darci la dimostrazione che non siamo solo di fronte ad un disco caciarone da mandare a tutto volume sullo stereo della macchina durante la stagione calda. Anzi ti viene più voglia di correre ed urlare al mondo piuttosto di un tuffo in acqua.

Se volete un buon ibrido tra sonorità più viscerali innaffiate sopra una base di dolce punk-di-spagna “Astray” è una meravigliosa raccolta di figurine.
Adesso tirate fuori la vostra raccolta di foto su Google Drive, sfogliate i vostri ricordi giovanili con i Sam-i-Am in sottofondo e godete.

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