Difficile esprimere a parole le sensazioni che la musica talvolta ci regala. Probabilmente non esitono termini per descrivere quanta bellezza e mistero ha in sè una semplice melodia. Se è vero che la musica non è "solo" musica, ma qualcosa di più ambizioso, uno strumento per scavare nella nostra mente, per viaggiare in mondi lontani, per provare emozioni uniche, inimmaginabili altrimenti, allora possiamo considerarla una vera e propria forma d'arte. Secondo me, al termine capolavoro si associano proprio quelle composizioni musicali che dimostrano che quanto detto è vero. Ecco che allora possiamo affermare che "Happy Sad" di Tim Buckley è un capolavoro, così come "White Light/White Heat" dei V.U. (giusto per citarne alcuni, i primi che mi vengono in mente). Essendo il db di debaser pieno di queste recensioni vorrei recensire "Fantasias For Guitar And Banjo" (1963) , essendo anch'esso un capolavoro, almeno secondo il mio giudizio.
Il disco che mi accingo a recensire, mi sembra doveroso dirlo, è di Sandy Bull, un musicista folk d'avangardia anni '60, sconosciuto ai più.
Il disco si apre con la sua gemma più preziosa, "Blend", eseguito con chitarra e batteria (Billy Higgins). Forse è impossibile descriverne il fascino e la maestosità, proprio come è impossibile esprimere a parole cos'è l'amore o la morte (alcuni però ci sono andati vicini). E' come un vortice che ti avvolge, una lunga suite di 22 minuti che chiede soltanto di essere ascoltata con la mente libera. Si sentono i richiami di un mondo che noi non conosciamo, forse il richiamo dell'uomo stesso; è un viaggio attraverso mondi antichi e lontani, visi di persone di altre epoche ci appaiono, così sconosciuti eppur così familiari.
e quel fiore non sarà più solo un fiore, ma un delicato essere vivente;
il 'viandante sul mare di nebbia' non sarà più solamente un quadro,
ma il nostro ritratto, come quello di ogni uomo solo e perso;
e il vento non soffierà più soltanto, ma accarezzerà le foglie
come una madre accarezza il proprio figlio;
e quella musica struggente: ogni nota di quella chitarra è un continuo
tuffo nell'infinito, un ricorrere la verità alla velocità della luce.
Le fasi di quiete si alternano con veloci e labirintose accellerazioni, cosicchè non abbiamo nemmeno tempo di prendere aria.
Al termine, risvegliatasi la nostra coscienza, ci viene spontaneo chiedreci: "ma sono passati veramenti venti minuti? Ho forse sognato? e chi erano quelle persone che popolavano la mia mente?"
Il disco presenta altri brani, più trascurabili, in quanto non comunicano le stesse emozioni che abbiamo appena provato. Si altrernano pezzi di musica classica come "Carmina Burana Fantasy" e brani più easy-listening come "Gospel Tune" e "Little Maggie".
Un disco poco famoso, ma degno di essere riscoperto.
PS: ho dato 4 a questo disco ma in realtà è un 4.5. Non ho dato il massimo voto perchè quello lo riservo solo ad alcuni album ... Saluti!
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Altre recensioni
Di paolofreddie
In 22 minuti il giovane newyorkese riesce ad ammaliare, a catturare, a legare a sé l'ascoltatore con una musica altamente ipnotica, seducente e allettante.
Fantasia for Guitar and Banjo è uno dei più emozionanti e genuini inni folk che siano mai stati creati.