2002 : Mentre una certa Avril Lavigne dominava le charts con inutili canzoncine su skaterboyz e storielle adolescenziali, soltanto pochi metri più in la, un altra canadese, pubblicava "Night Bugs", un disco (primo su major dopo 2 ep indipendenti), che entra di diritto tra i più sottovalutati del decennio che sta per chiudersi!
La creativa Sarah, artista a 360 gradi dalle mille e più risorse, (cantante, autrice, compositrice, pianista, attrice, fotografa, pittrice), fa parte di quella cerchia di personaggi, mai troppo sull'occhio del ciclone, dediti a quel cantautoriato femminile dal piano onnipresente, sulla falsariga di nomi ben più quotati del calibro di Tori Amos, Kate Bush, Fiona Apple e Regina Spektor. Proprio questi ultimi accostamenti fanno si che ogni qualvolta esca un prodotto del genere, capiti spesso e volentieri che si ci imbatta in confronti, e critiche di rito, sulla presunta poca personalità della proposta. Tutto comprensibile, e del resto talvolta anche veritiero, se non fosse che in questo caso, l'allora 25enne Sarah, sa come -rimanendo nel medesimo ambito- proporre qualcosa di fresco o comunque differente dalle rispettabili colleghe citate.
11 Composizioni di classe, dal fascino irresistibile, avvolte in un mood notturno e sognante, come d'altronde la sola copertina potrà facilmente far sospettare; grande talento compositivo, soluzioni imprevedibili in fase di arrangiamento, voce estremamente espressiva, un invidiabile padronanza dello strumento ed un impeccabile conduzione delle sezioni di archi-fiati sono le carte su cui punta la canadese. Probabilmente non avrà la stessa abilità di scrittura di Tori, o le ecletticità bizzarre della Spektor, ma rimangono molte, anche troppe per citarle tutte, le buone cose di un disco, che critica e clientela hanno accolto molto bene!
La maestosa "Eliot", tra soli virtuosi e chorus epici è soltanto il biglietto da visita di un lavoro che in un saliscendi di emozioni, prosegue su livelli elevati per tutti i suoi 45 minuti di durata. Un opera che meritava senz'altro maggior fortuna : se infatti un discreto seguito in Canada (unico paese dove è stata licenziata la release), e qualche pezzo usato in telefilm di basso rango come Smalville e Dawson Creek (non certo il massimo per chi fa dell'arte una ragione di vita) garantisce alla nostra una visibilità (e vendite) nella media, non altrettanto si puo dire del caro stivale, dove cosiccome all'epoca era la conterranea Avril a spopolare sulle charts nostrane, attualmente sono i penosi progetti formato reality a tenere banco, contendendosi i piani alti delle vendite, e rubando la scena a chi meriterebbe seriamente : morale della favola, Sarah con la sua immensa qualità, qui da noi è un autentica sconosciuta. Se ciò sia un vantaggio o meno fate voi, ma fortunatamente al sottoscritto le novità sono sempre ben accette, e di novità si puo parlare per un pezzo come "Weight", che tra drum elettroniche, vocali incantevoli e pulsanti riff di basso, sapientemente sorretti da un banco suoni vagamente Radiohead, riesce ancora nell'intento di andare in repeat piuttosto che continuare nell'ascolto!
Altrettanto valida la deliziosa "Duncan", che tra partiture orchestrali, xilofoni e linee vocali piene di enfasi, si piazza di diritto tra gli highlights di un disco dove risulta veramente difficile trovare dei picchi più alti.
E se molte proposte del movimento, aldilà dell'insindacabile talento, possono risultare un po pesanti alla lunga, la stessa cosa non si puo certo dire della Slean che facendo della camaleonticità un altro dei suoi punti forti, riesce ad essere digeribile anche da chi avulso al genere : con molta facilità riesce infatti a muoversi tra contesti differenti : basti pensare all'interludio di stampo classico "Dark Room", i connotati jazzy di "Book Smart Street Stupid", e le atmosfere melodrammatiche della delicata "St.Francis" (quest'ultima ricorda molto da vicino le recenti fatiche della collega Hanne Hukkelberg).
Non mancano momenti più pop, come il singolo "Sweet Ones" (che persino i più incalliti blackster potranno incosciamente conoscere, per via dell'intro inserita in un recente spot iPhone), e "Drastic Measures" due ottimi brani che per merito di ritornelli funzionanti, e arrangiamenti abbastanza curati, sostenuti stavolta, oltre che dagli immancabili archi e piano, dai violini di Peter Seminov, difficilmente stancheranno.
Vi è spazio anche per influenze dark sulla lugubre "Me, I'm A Thief". Convincono anche la ballad "My Invitation" e "Bank Accounts", uptempo dai toni colorati e accesi, che fa leva su un motivetto molto coinvolgente, e che chiude nella maniera migliore questo imperdibile platter.
"Night Bugs", attualmente rimane la vetta più alta della carriera di questa interessante cantautrice, che dall'alto di una discografia di tutto rispetto, è andata leggermente scemando con le più recenti "tiepide" pubblicazioni. Non le manca tempo per rifarsi!
Caldamente consigliato.
Elenco tracce testi e video
01 Eliot (04:22)
Armies and ice and dirty green
Newspapers, shovels sand on the breeze
I think of Eliot when I smell the street and it's sometimes wise
Just to shut your eyes.
Workers and lovers make their living space neat
Bent out of shape over what to eat
I dream of Eliot but I am discreet 'cause it's sometimes wise
Just to shut your eyes.
How sure how right?
Can anyone be on sight?
I said I had Hope.
I lied
Oo the city in the winter the sewage the steam
You fill buildings with people and they rip at the seams
Somebody's suffering infected my dreams and
Don't they know? it's it's it's it's just my old soul
How sure how right?
Can anyone be on sight?
I said I had Hope
I lied. I lied.
So calm so wise
Give him the Nobel Prize
He said he had Hope
He lied
o. oooo. wuho ho ho
02 Weight (03:15)
What did I give to you
What did you give to me
A nothing-trail of silences that warp in the rain
You said I don't really know the reason
It's just not the same
What a vacant breath and when,
When you say my name
And do you know the weight I'm under
When everything revolves around you you you you
Soon the shoulder falls
All forgotten handshakes
Names like falling leaves
Apathy will spread like wildfire
Take you away from me
I'm leaning out the window
Gonna catch the August rain
I'm gonna fill your mouth up
Make you live again
And do you know the weight I'm under
When everything revolves around you you you you
Soon the shoulder falls.
05 Drastic Measures (05:41)
I should go to drastic measures
Steal enormous works of art
Write a piece for eighteen violins
It's no march
But it's a start
Rub their eyes and wake, distracted
Frantically they fill their days
Please say I will never be like that
Safe
Politely dazed
Politely cra-azy
Don't you want my love?
It's a cloud, it's a broken boat
But it might make you laugh a bit
Easier
I'm like trees in the midnight parks
Oozing danger, igniting sparks
We've been left by the viaducts
With the last flame of the universe
I never held a truer notion
Then when my dear I held your hand
May your shadow always follow you
Through
Our get-away plan
Out master pla-an
Don't you want my love?
It's a cloud, it's a broken boat
But it might make you laugh a bit
Easier
I'm like the trees and the midnight parks
Oozing danger, igniting sparks
We've been left by the viaducts
With the last flame of the universe
Oh-oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh-oh-oh
Oh-oh-oh
Cra-azy
Don't you want my love?
It's a cloud, it's a broken boat
But it might make you laugh a bit
Easier
I'm like the trees in the midnight parks
Oozing danger, igniting sparks
We've been left by the viaducts
With the last flame of the universe
Oh, don't you want my love?
It's a cloud, it's a broken boat
But it might make you laugh a bit
Easier
I'm like the trees in the midnight parks
Throwing tantrums, igniting sparks
We've been left by the viaducts
With the last flame of the universe
� S. Slean
10 My Invitation (03:46)
You are what they call the human season
You are all the alphabet in one
You are every colour of confusion
You are all the silence I've become
Love me for
Stupid reasons
I like those most
Wide-eyed but
Worth believing
God knows
Damn the angry voice that keeps us quiet
The editor whose work is never done
Keeping pretty words between my teeth and
Sweet confessions underneath my tongue
Drowsy contemplation
Do I let you in
This is my invitation
But how do I begin?
She has such an awful lot of soldiers
Quite a lovely army all her own
Night and day they stand before the fortress
Very safe but very all alone
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Altre recensioni
Di houdini81
La timida e anonima ragazzina dei primi due lavori si è trasformata in una chanteuse allo stesso tempo raffinata ed eccentrica, intelligente e spassosa.
Non è un disco di quelli che cambiano per sempre la storia della musica, ma sicuramente nel suo genere è un piccolo capolavoro quasi sconosciuto.