Antichrist: vocals
Incubus: bass
Butcher: guitars
D.D. Crazy: drums

Avete presente quegli album che riascoltati dopo tanto, ma tanto tempo fanno un certo effetto? È ciò che è successo quando sono andato a ripescare per caso I.N.R.I. nel mio amato Hard Disk che contiene ormai non so quanti Giga Byte di musica. I Sarcofago sono stati forse il primissimo gruppo Metal del Brasile che abbia mai ascoltato e si parla di circa 2 anni e mezzo fa, perciò dopo essere passato per varie band, abituandomi anche al Metallo più tecnico e raffinato, riascoltare una creatura abominevole come l'esordio dei signori in questione, lascia alquanto di stucco.

Considerando l'incredibile impatto che questo album ha avuto su gran parte della musica estrema che si svilupperà qualche anno dopo, mi sento in dovere di fare un'inquadratura storica: La seconda metà degli anni 80, come molti sapranno, è un periodo più che prolifico e fondamentale. Già nel 1985 i Possessed sfornano Seven Churches, che a mio avviso rappresenta il primissimo album di ''Thrash estremo'', come distacco dal Thrash Metal puro proposto da Anthrax, Megadeth, Vio-lence ecc. Un album da cui partirà una lenta evoluzione dal Thrash al Death, processo che vedrà coinvolte miriadi di band. L'anno successivo gli Slayer pubblicano Reign In Blood, inutile dirlo, il manifesto della musica estrema, assieme ai non meno importanti Pleasure To Kill e Darkness Descends dello stesso anno. nell'87 invece nascono ufficialmente due nuovi generi, ancora più pesanti e brutali dei lavori che ho citato prima; il Grindcore con Scum dei Napalm Death, e proprio il Death Metal con Scream Bloody Gore dei Death. Ma in Brasile cosa succedeva invece? Se non fosse stato per i Sepultura, che con il tempo sono riusciti ad affermarsi anche al di fuori della propria terra, la scena brasiliana sarebbe praticamente sconosciuta alla maggior parte delle persone, ignare che proprio in quelle terre ci sono tra i gruppi più violenti e brutali che l'Heavy Metal abbia mai avuto.

Già i Sepultura con Morbid Visions (1986) avevano dimostrato di non scherzare affatto, ponendosi come un gruppo di ragazzini inferociti, ossessionati dai Venom e dagli Slayer, e quindi amanti di quelle liriche dal gusto satanista e generatore di controversie, che li distingueva nettamente dai futuri Sepultura di Beneath The Remains e Arise. Nella loro primissima formazione, vi era un certo Wagner ''Antichrist'' Lamounier, che fonda i Sarcofago appena lasciati i Sepultura. Wagner alla voce, assieme ad ''Incubus'' al basso, ''Butcher'' alla chitarra e D.D. Crazy alla batteria, da luce nel 1987 a questo I.N.R.I., prodotto di una mente più che perversa, che al suo interno contiene praticamente tutto; una sintesi pressochè perfetta di ogni sottogenere del Metal estremo.

Già a partire dalla copertina, raffigurante il tetro gruppo in versione ''Body Painting'', si capisce come questo lavoro, col passare del tempo sia stato considerato un'emblema del Black Metal, e perchè no, anche uno dei primissimi del genere, affianco ovviamente al celebre Ep ''Deathcrush'' dei più famosi Mayhem. I.N.R.I è certamente una delle cose più malvagie, infernali, marcie, e luride che un gruppo possa aver mai partorito, un disco che farebbe rabbrividire persino gli Slayer più convinti del periodo Hell Awaits. Talmente esplicito ed estremo è questo lavoro che, nonostante il dissapore da parte della maggior parte della massa e il timore dei benpensanti, è riuscito in un certo senso a far chiacchierare sulla band, circondandola di un certo alone di mistero, tipico di quei gruppi che hanno saputo ''osare''.

Le liriche Sataniste e volutamente offensive nei confronti del Cristianesimo, avranno sicuramente portato non pochi problemi di distribuzione del lavoro. Ma tralasciando l'atteggiamento della band e le liriche, soffermiamoci sulla ''musica'', cosa che la maggior parte delle persone non fa, poichè è più impegnata ad avere pregiudizi sul modo di porsi dell'artista e ad attaccare tutto ciò che è solo apparenza, quindi non ascolta. Se avete ascoltato il primo Full Lenght dei Sodom,''Obsessed By Cruelty'' (1986), avrete forse notato l'influenza che ha avuto su I.N.R.I., il che non è da escludere affatto.

Musicalmente quindi il lavoro in questione si potrebbe configurare come una sorta di Black Metal primordiale, ma che per l'intera durata del disco spazia dai più svariati generi estremi, esplorando Thrash, Death, Hardcore Punk ma persino accenni di Grindcore e di un Brutal Death Metal ancora in procinto di nascere, motivo per cui continuo a ripetere che dire fondamentale è dire poco in tal caso. Stilare una recensione track by track per questo album lo trovo abbastanza inutile, poichè è talmente rapido e ''sbattuto in faccia'' che sembra come di ascoltare un'unica traccia dalla durata di quasi 30 minuti, motivo per cui mostra una leggerissima ripetitività che non viene avvertita subito, ma con il continuare l'ascolto.

''Desecration Of Virgin'' è l'esempio perfetto di tutte le caratteristiche che ho citato prima, e racconta ''l'avventura''? di una ragazzina che perde la verginità dopo essere stata violentata da Satana in persona, il che rivela anche un certo Humor Nero di fondo. Il batterismo di D.D. Crazy somiglia moltissimo a quello impiegato nel Grindcore, assolutamente forsennato, velocissimo e quasi perennemente in Blast Beat, tecnica tra l'altro appena nata e che trova origine già nei Stormtroopers Of Death, con il loro Speak English Or Die, uscito nel 1985, e iniziatore del Crossover Thrash. Ecco perciò un altro dei tanti motivi che fa di I.N.R.I uno degli album più influenti di tutto il Metal; la presenza di una tecnica batteristica nuova, ancora più veloce di prima, perfezionata anche dal grande Mick Harris dei Napalm Death in Scum proprio in quell'anno.

''Nightmare'' è forse il brano che più si distingue dagli altri, il più oscuro, cadenzato e affascinante che ci propongono i nostri. Inizia con un riff di matrice Sabbathiana per proseguire in un'inesorabile incubo, arricchito dalla straziante e marcissima voce di Wagner, che per tutto l'album passa da scream laceranti a growl molto gutturali, motivo per cui sono del parere che questo album anticipi anche il Brutal Death. ''Christ's Death'' è forse ciò che di più blasfemo si possa udire, che all'inizio farebbe pensare ad una ballad, ma niente di più falso, infatti un grugnito affannato e bestiale ci introduce all'inferno sonoro che questa canzone rappresenta. Al concludersi del pezzo, un urlo acuto molto simile a quello di Araya in Angel Of Death, precede le frasi a contenuto ''altamente cristiano'': DIE JESUS, DIE JESUS CHRIST, I HATE YOU! Altra canzone da menzionare è Deaththrash, un minuto e mezzo circa di delirio puro, che invita quasi automaticamente all'Headbanging più feroce.

I.N.R.I è dunque un indubbio capolavoro, sia per la notevole importanza storica, sia per la violenza e la velocità sprigionate. Tuttavia non è il mio preferito, sono maggiormente legato al più maturo The Laws Of Scourge del 1991, in cui dotati anche di una produzione superiore e di un miglioramento tecnico, si daranno ad un Thrash / Death di ottima fattura risultando un po diversi dall'esordio. Punto a sfavore che presenta I.N.R.I è appunto la produzione forse volutamente scarsa, (anche se farebbe pensare più ad una mancanza di mezzi e denaro) e già appesantita dall'immaturità ancora ben evidente del chitarrista, non in grando ancora di eseguire assoli indipendenti dallo stile Slayeriano. Ma questi difetti possono essere sottigliezze per chi segue con passione il Metal da tanti anni e lo conosce nelle sue più infinite sfaccettature, ma potrebbero rivelarsi pecche catastrofiche per uno abituato ad ascoltare solo il Metal Mainstream.

Nient'altro da aggiungere, se non avete ancora ascoltato questo inferno sonoro apprestatevi, sarà un ''piacevole tormento''.

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