Stanchi dei soliti trend musicali e di ciò che oggigiorno viene spacciato per innovativo? Nessun problema, il passato è sempre lì a regalarci perle dimenticate.
Parliamo, in questo caso, di una band finlandese, poco conosciuta e piuttosto sfigata.
I Sarcofagus si formano verso la fine degli anni '70 ed elaborano a dovere la lezione di maestri quali Black Sabbath e Led Zeppelin. Al tutto va aggiunta una carica invidiabile , derivante dall'allora nascente New Wave Of British Heavy Metal. A voler essere onesti, c'è anche qualche influenza che chiama in causa i Pentagram del buon Bobby Liebling.
Insomma: Hard-Heavy a un passo dal Doom.
Qualcosa di simile a quanto proposto dagli albionici Witchfinder General, ma con una differenza sostanziale: qui non si toccano certe tematiche con spirito goliardico. Qui si parla di morte e di come essa veniva intesa ai tempi degli antichi egizi.
Un suono energico e genuino ma anche cupo e sinistro. Soprattutto nella finale "Black Contract", un allucinante viaggio nei meandri dell'oscurità della durata di ben 9 minuti.
"Envoy Of Death" , pubblicato nel 1980, non sarà il massimo dell'originalità (bisognerà aspettare Vitus e Trouble per ascoltare del vero metallo spettrale e alla moviola) ma ci mette di fronte a una band di tutto rispetto.
Sconsigliato a chi cerca gli '80 pop ma consigliato, per contro, a coloro i quali con l'Hard e l'Heavy ci sono cresciuti.
Preciso che questo non è il debutto del combo finlandese ma il secondo parto discografico. A parte questa trascurabile nota, valutate voi stessi se un simile lavoro può risultare gradito oppure no. Io, sicuramente, lo ascolto spesso e volentieri. Pollice in su per i nostri finnici eroi!
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