Sinceramente non avrei mai pensato di dovermi imbattere nuovamente con simbologie sataniste.

Quasi trentanni son passati da quello stravolgimento musicale che mi investí in maniera cosí radicale nella seconda metá degli anni ottanta. Ascoltare thrash metal e collocare nei propri panni croci e pentagrammi rovesciati non indicava di certo una appartenenza ad un certo credo religioso, quanto invece rappresentava un segnale di negazione, l´affermazione di volontá di distacco dal próprio mondo rappresentato nella sua concezione quotidiana dai luoghi casa, scuola e chiesa, a modo e perbene. Neppure indagare su cosa i vari gruppi avessero da dire nei loro testi non interessava ad un adolescente che cominciava faticosamente a recidere quei legami che lo tenevano preso ad un mondo al quale non sentiva di appartenere.


Nei Satanique Samba Trio invece é tutto concettualizzato. La prima cosa che colpisce é appunto l´utilizzo di simboli religiosi o magico esoterici a testa in giú, come rappresentazione del contrario, o satana nel suo significato originale come nella língua, araba, persiana ed ebraica. E se il principio ermetico di polaritá dice che due poli condividono la stessa natura in grado diverso ( bianco e nero, freddo e caldo, …), i Satanique Samba Trio si pongono al lato opposto di tutti i clichê che la musica popolare brasileira há eretto intorno a sé, rimanendone spesso imbrigliata.

Se il tropicalismo aveva aggregato nuovi elementi all´interno della musica popolare, i Satanique Samba Trio ne sovvertono i paradigmi dall´interno. Se la mpb fosse rappresentata nella sua leggerezza e naturale armonia da un passarinho, i Satanique Samba Trio lo sventrebbero e si metterebbero a giocherellare con le sue viscere.

Un pessimo viaggio a tutti voi con questo disco abietto.

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