Con il loro disco d'esordio, “A Street Between Sunrise and Sunset”, datato 2005, i Satellite si presentano come una delle migliori espressioni del Progressive polacco, che vanta, tra i suoi esponenti, gli Albion e i Quidam.

Il gruppo ha, in parte, riscritto i canoni del neo-prog attraverso un minuzioso lavoro di fusione tra sonorità classiche del genere e sperimentazioni melodiche di stampo moderno. Il risultato è un elegante richiamo ai classici, che non copia, ma trae ispirazione dalle derive tecniche degli Yes e dei Genesis,passando attraverso gli Iq e le strutture armoniose e satinate dei Marillion (Periodo Fish).

La mente del gruppo è il batterista Wojtek Szadkowski autore di tutti i brani. Alla voce troviamo invece un elegante ma forse troppo statico Robert Amirian. Superbo, invece, il chitarrista principale, Mirek Gil. Disciplinato e completo Piotr Zaczek, al basso. Nota di merito al tastierista Darek Lisowski, ricercatore di suoni epici di grande impatto.

Ingiustamente etichettato come neo-prog e spesso accostato ad alcuni lavori dei Porcupine Tree (Lo stesso Szadkowski giura di non aver mai ascoltato un disco di Wilson & co.) il loro sound si distacca con convinzione dai clichè di genere e si presenta fortemente espressivo, puntando molto sull'estetica e sull'atmosfera levigata e pulita.

Apre il disco la mini-suite "The Evening Wind" che ben rappresenta la loro impronta: chitarra pulita ma virtuosa, tappeto complesso sulle tastiere e tonalità che fondono, con parsimonia, la melodia eterea con il poema sinfonico.
"On the run" si sviluppa sul minutaggio esteso, con una sonnolenta introduzione acustica, pronta ad esplodere in un turbinio ritmico epico. La parte centrale del pezzo è una vera gemma: la melodia cresce fino a sfaldarsi in una sequenza tecnica in cui Gil esplora i suoni più pungenti della sua chitarra, mentre la sezione ritmica incalza, accompagnata dalle tastiere che a tratti sembrano suonare un concerto di musica da camera a parte.

Il disco esplora anche, con eleganza, sonorità più orecchiabili (splendide in questo senso "Not Afraid", "Midnight Snow" e "Fight") dove la chitarra di Gil fa ancora da padrona. Più sinfoniche e pompose le derive tecniche di "No Disgrace" e "Now", ben strutturate e avvolte da una delicata e commovente evanescenza. Meravigliosa la title track, suite di undici minuti che, rivistando in chiave moderna elementi fusion, progressive ed art rock, si rivela il pezzo migliore del disco. Chiude tutto la ballata "Children", ninna nanna poco incisiva, dai suoni troppo sintetici.

In conclusione, i Satellite ci regalano un lavoro davvero piacevole, suonato in maniera splendida, fortemente ispirato ma mai derivativo: un pacchetto di suoni altamente ricercati, accompagnati da una voce calda, anche se dal registro vocale forse un po' monotono. Ancora poco considerati, i Satellite meriterebbero maggiore visibilità nel panorama del genere che, con originalità ed autorevolezza, hanno scelto di affrontare.

Elenco e tracce

01   The Evening Wind (12:45)

02   On the Run (14:51)

03   Midnight Snow (04:59)

04   No Disgrace (05:34)

05   Not Afraid (03:55)

07   Fight (04:29)

08   A Street Between Sunrise and Sunset (11:18)

09   Children (03:56)

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