I Seabear sono l'ennesima band islandese e "The Ghost That Carried Us Away" è l'ennesimo album di una band pop pubblicato dalla Morr.
Potremmo fermarci qui e presumere, dunque, con un piccolo margine di errore, di trovarci di fronte ad un lavoro più o meno sufficiente, carino e niente più. Invece, ascoltando questo primo album ufficiale dei Seabear è una vera sorpresa scoprire che si tratta di un lavoro di buon livello.
Già i primi ascolti rivelano sorprendenti bozzi di pop con venature folk e con spruzzi di elettronica, ma questi ultimi soltanto lievemente accennati (e la Morr deve farsene una ragione). Sembra ascoltare un misto di Belle & Sebastian, Sufjan Stevens, Beirut, i connazionali Mum e Benny Hemm Hemm (sempre islandesi e geniale scoperta della Morr), il tutto frullato insieme e servito in una tiepida e colorata prima mattina di primavera.
Tutte le 12 tracce che compongono l'album scorrono piacevolmente veloci e spingono l'ascoltatore a premere nuovamente il tasto play e lasciarsi andare alle piacevoli melodie di questa band esordiente. Un buon esordio (ufficiale), dunque, con l'augurio per la Morr di scoprire mille di queste band e per i Seabear che si ripetano e quanto prima.
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