Sentries è un progetto one-man-band di Kim Elliot, che solo soletto riesce a creare una atmosfera briosa e tratti esplosiva, mettendo in evidenza una multipla personalita' sonora ed avventurosa.

Il tipo ci porta per mano attraverso un viaggio selvaggio e densamente rumoroso e ci fa immergere in un turbinio di suoni e stili distanti fra loro.

Ma il tutto suona fresco ed inaspettatamente omogeneo e corposo.
Sopravvivono, dalle prove del passato, le tracce rumorose e aggressive come il singolo principale Charmed Houses e I Can, and I Will. Sentries che offrono una gamma di suoni molto più dinamica che sviluppano un vero e proprio sound distintivo.

Il noise rock distruttivo del disco precedente e tutte le parti più rumorose sono realizzate smussando gli angoli vivi con riff piu' orecchiabili, con un continuo susseguirsi di sonori colpi di scena e di slanci adrenalinici.
Ogni secondo di questo lavoro è saporito e divertente. Red Eye Removal è il pezzo che mi ha colpito maggiormente, per la splendida ambientazione acustica e un riff di basso assai ruffiano che sono sicuro si ficcheranno nella testa per tutto il giorno.

Anche un pezzo lento e introspettivo come I saw Someone die in Sudbury on, brilla di luce crescente.

Vengono esplorati i campi dell'art rock moderno, senza dimenticare il lato squillante e atonale del passato.

Gli arrangiamenti sono diventati molto più ricchi: un pianoforte sgangherato e dissonante come se venisse direttamente dall'avant-jazz, un organo prog, un groove industrial, un'acustica matrix, spoken word, post-punk e molte altre sorprese che si intrecciano organicamente tra loro, magicamente miscelati.
Il problema comune dei one-man band è che delle volte amano esagerare con l'autocompiacimento del “faccio tutto io non ho bisogno di nessuno”.

Qui, per me, non c'è questo problema.

Tutto è al suo posto, tutto è chiaro, gustoso ed emozionante.

La voce un po' monocorde potrebbe essere più espressiva, ma per il resto non riesco a trovare alcun difetto.

Difficilmente si puo' pensare che sia stato pensato e suonato da una sola persona, stante il multistrato sonoro ricco e variegato.

Un lavoro abrasivo, con momenti pop, di indubbia personalità.

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