Fa uno strano effetto rivedere su un palco i Sepultura, uno dei nomi più pesanti, in tutti i sensi, del circuito metal mondiale. Acclamati per i loro capolavori degli anni Novanta, dopo qualche abbandono di troppo il gruppo si ritrovò ad affrontare un lungo periodo di anonimato, con album incapaci di reggere il confronto con i momenti storici della lunga discografia, e allo stesso tempo si assistette ad un costante allontanamento da quel suono così unico e riconoscibile che ne aveva decretato il successo ai tempi d'oro. Paradossalmente proprio nell'ultima decina d'anni, ovvero da quando Igor Cavalera ha deciso di seguire le orme del fratello Max e di fatto di piantare in asso gli altri dalla sera alla mattina, i quattro di Belo Horizonte hanno iniziato a risalire la china, con dischi lontani dallo splendore di un tempo, ma solitamente ben accolti da fan e critica, dimostrando come lo storico gruppo abbia ancora qualcosa da dire.

Così come quasi ci si stupisce quando, leggendo un grande striscione appeso ad un amplificatore,viene ricordato che quest'anno gli eterni cattivi ragazzi del metal brasiliano spengono la trentesima candelina della loro carriera: cattivi lo sono ancora, ma con qualche capello bianco in più. Il gruppo in questi anni comunque non si è mai risparmiato o perso d'animo e con il timone stretto nelle mani del veterano Andreas Kisser, i carioca presso l'Audiodrome di Moncalieri, alle porte di Torino, non si sono certo tirati indietro quando, di fronte ai circa duecento presenti, si è trattato di impartire una bella lezione di violenza sonora. Il recente "The Mediator Between Head and Hands Must Be The Heart", ormai pubblicato lo scorso ottobre, ha ricevuto critiche piuttosto positive sia da parte della stampa specializzata che del pubblico, confermando il trend positivo degli ultimi anni : i lavori epocali sono ormai alle spalle, ma i Sepultura sembrano essere molto più vitali, sia in studio che dal vivo, di molto colleghi ben più blasonati. Se infatti da fin troppo tempo gruppi come Slayer o Anthrax si dedicano ad una infinita riproposizione del proprio mito, con scalette di fatto aggiornate al 1990, è lodevole come i Sepultura portino in tour anche i brani più recenti della loro carriera e gli estratti dall'ultimo lavoro, durante il corso della serata, non sono di certo stati pochi, quasi a sottolineare lo stato di grazia del quale i quattro stanno al momento godendo. Se Andreas Kisser è la solita macchina da riff e Paulo jr., come sempre del resto, se ne sta abbastanza in disparte, troppo impegnato ad intessere con Eloy Casagrande una base ritmica invidiabile, Derrick Green si conferma croce e delizia dei fan: aggressivo e con un forte piglio hardcore, di sicura presenza scenica, ma, vocalmente, lontano da quell'impostazione thrash/death che in molti rimpiangono. Questione di gusti alla fine, a ciascuno il suo. Si parte subito con "The Vatican", estratta dall'ultimo lavoro, per passare a "Kairos", brano che dava il titolo al disco del 2011.

I brasileiri, naturalmente, conoscono benissimo i gusti dei loro fan e sarebbe assurdo non riproporre almeno qualcuno dei classici che hanno fatto la storia del genere: ecco quindi che vengono vomitati dagli amplificatori pezzi come "Progapaganda", "Dusted" e "Dead Embryonic Cells", la dimostrazione lampante che negli anni Novanta il metal aveva di sicuro cambiato pelle rispetto al decennio precedente ma era ben lontano dall'essere morto. Se "Spectrum" e "Da Lama ao Caos" provengono dal passato più recente, e quest'ultima presenta anche un (quasi) inedito Andreas alla voce, il crescendo finale è affidato a brani che praticamente qualsiasi metallaro o comunque "frequentatore" della musica pesante conosce, con un Audiodrome in stato di totale ammirazione. Bella serata e grandi sorrisi, sia sopra che sotto il palco, segno evidente che i quattro hanno ormai trovato il proprio equilibrio dopo anni piuttosto burrascosi ed hanno le idee piuttosto chiare sulla direzione da seguire. Pubblico partecipe e contento, con stand ufficiale letteralmente preso d'assalto dopo il concerto. Bene così e alla prossima. 


Derrick Green, voce e percussioniAndreas Kisser, chitarre e vocePaulo jr., basso e coriEloy Casagrande, batteria
The VaticanKairosPropagandaImpending DoomManipulation of TragedyConvicted in LifeDustedAttitudeDead Embryonic CellsBiotech Is GodzillaSpectrumDa Lama ao Caos (Chico Science & Nação Zumbi cover)Inner SelfTerritoryAriseRefuse/ResistTrauma of WarRatamahattaRoots Bloody Roots
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