Il 23 Ottobre scorso esce in tutto il mondo il disco solista di Serj Tankian [Per chi non lo conoscesse è il cantante dei System Of A Down].

Questo disco sembra la risposta di Tankian ai fan del capolavoro "Toxicity" che poco hanno gradito gli ultimi lavori [me compreso] di "Mezmerize" e "Hypnotize": la sua voce sembra aver ritrovato il vecchio ruolo con tutti i suoi eclettismi; pezzi molto veloci e molto melodici; testi a sfondo politico. Il punto di forza, che prende distanze dal vecchio Serj, è stato quella di aggiungere una ricorrente voce femminile e un pianoforte molto presente.

Ad un primo ascolto avrei scritto solo questo dando al disco un bell'otto. Ma non l'ho ascoltato certo una sola volta, purtroppo. Ad un certo punto vi renderete conto che manca qualcosa, i gracchi striduli di Malakian, i Riff un po' incazzati, la scarsa tribalità [che tanto contraddistigue il primo lavoro omonimo del gruppo] e non è solo un fatto di nostalgia ma anche di carenza di spessore. Ci troviamo di fronte un bel disco, che gira bene e che può piacere molto ma un po' deludente per quanto riguarda le aspettative di migliaia di fan eccitatissimi [che urleranno immediatamente al capolavoro].

Passando ad analizzare il concept, quest'album è intriso di tragicità e sacralità, che si rivelano immediatamente all'ascolto di Money e Feed Us, in puro stile Innervision ["Steal This Album"]; alcuni pezzi sembrano essere troppo simili l'uno all'altro e ripetitivi ma alcuni meritano davvero a partire da Sky is Over corredata da un grande slancio di pianoforte verso la metà e del tribalissimo lalalalala alla Tankian sempre gradito; seguita immediatamente da Baby che si presenta inizialmente come una lenta ballata da pianobar in fusione ad un riff aggressivo e una batteria incalzante [che sa molto di headbanging]. Due parole vanno spese per la particolarissima Praise the Lord and Pass the Ammunition densa di sperimentalismo e di cori sconnessi che danno un forte senso di etnicità al pezzo.

Passando ai due singoli che sono usciti prima dell'Album, Empty Walls sembra studiata per entrarti in testa e non uscire mai più corredato da un video toccante ed evocativo; The Unthinking Majority invece sembra essere tra le più belle del disco e merita attenzione: piena di rabbia e velocissima con un ritornello dai toni pacati che invitano quasi a riflettere sulle problematiche [ormai straziate] che questo pezzo solleva.

In sostanza ci troviamo di fronte ad un buon prodotto ma corredato di pecche un pò quà e un pò là ma che vale la pena di ascoltare con attenzione. Sicuramente se ne parlerà molto e ci saranno tantissime opinioni divergenti.

6,5/10

Carico i commenti...  con calma